L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiatiha lanciato oggi un appello supplementare di quasi 40milioni di dollari per aiutare mezzo milione di civili congolesi costretti alla fuga e che si trovano nella parte orientale del loro paese e nei vicini Uganda e RwandaDa quando in aprile sono sfociati gli scontri nella provincia del Nord Kivu tra le forze del governo e il movimento dei ribelli M23, circa 390milioni di persone sono rimaste sfollate all’interno del loro paese nella Repubblica Democratica del Congo orientale e più di 60mila congolesi sono fuggiti in Rwanda e Uganda.
La situazione rimane instabile e l’Agenzia si aspetta un aumento degli sfollati nel corso di quest’anno. L’appello copre quindi i bisogni di 400mila sfollati nel Nord Kivu, nel Sud Kivu e nelle province orientali e di 75mila rifugiati (25mila in Rwanda e 50mila in Uganda). Se le violenze e gli abusi contro i civili continueranno nelle province orientali, ci si aspetta un aumento del numero degli sfollati interni che potrebbe raggiungere le  760mila persone nei prossimi mesi.I 39.8 milioni di dollari oggetto di questo appello, includono 7.3milioni per le operazioni che l’UNHCR porta avanti in Congo, piú 12.2milioni per il Rwanda e 20 milioni per l’Uganda. Questa cifra andrá a coprire i bisogni di 475mila persone, tra sfollati e rifugiati.I bisogni e le difficoltà in questa regione sono notevoli e includono: protezione, prevenzione e protezione dalle violenze sessuali, un’assistenza generale in merito agli alloggi e ai beni di prima necessità, servizi indispensabili quali l’educazione, la salute, laccesso allacqua e ai sanitari, le infrastrutture, il sostegno logistico, il coordinamento e la gestione dei campi.Nella RDC, la mancanza di sicurezza e l’isolamento delle aree che ospitano gli sfollati costituiscono i principali limiti alla distribuzione degli aiuti e  al monitoraggio dei diritti umani. Nel Nord Kivu più di 127mila nuovi sfollati vivono in 31 campi gestiti dall’UNHCR, mentre molte altre persone vivono presso famiglie o in insediamenti spontanei all’interno e nella periferia della capitale provinciale Goma. Nelle ultime settimane, sempre più sfollati si sono spostati nei siti spontanei e nei campi, e sempre meno hanno cercato rifugio presso famiglie.

In Rwanda, la mancanza di terra costituisce una delle sfide principali. Il campo di rifugiati di Kigeme, che è stato aperto a Giugno e che già alla fine di agosto ospitava 13mila persone, potrá accogliere al massimo 25mila rifugiati. Il campo si trova tuttavia nella parte collinare della provincia meridionale. Per rendere la terra appieno utilizzabile, i versanti della collina hanno bisogno di subire un terrazzamento per la coltivazione, che è un processo molto costoso. Oltre ai rifugiati del Kigeme, circa 7mila persone sono state portate, alla fine di agosto, nel sovraffolato centro di transito di Nkamira, che necessita di essere ingrandito. Il supplemento al finanziamento richiesto è necessario anche per svolgere le attivitá di registrazione, per i pacchetti di aiuti, per leducazione, la sanità, per fornire mezzi di sostentamento, combustibili e per costruire le latrine.

La posizione isolate dell’area e la mancanza di accesso sono problemi altrettanto grandi anche in Uganda. Le infrastrutture e i servizi indispensabili, incluse le strutture dei centri pe la salute e le scuole, sono assenti nell’insediamento, recentemente riaperto, di Rwamwanja. Dallinizio di aprile, circa 24mila persone sono state trasferite da Nyakabande a Rwamwanja e in altri due insediamenti. Anche la diostribuzione dei servizi nel centro di transito di Nyakabande, dove vivono piú di 40mila persone, è difficile. Altra fonte di preoccupazione è l’alta diffusione della malnutrizione, i cui livelli attuali superano di gran lunga ció che viene considerato accettabile durante le emergenze.

I fondi aggiuntivi sono necessari, tra le altre cose, per aumentare i livelli di protezione e i servizi alle comunitá, e rinforzare quelli fondamentali; sono inoltre necessari per la costruzione e la ristrutturazione delle strade e delle strutture del Rwamwanja, incluse le cliniche sanitarie e i laboratori; per crear 20 nuove classi nelle scuole esistenti e costruire una scuola completamente nuova; per fornire ripari e kit di articoli sanitari.

L’UNHCR ha dichiarato lo stato di emergenza nel Congo orientale nel tardo maggio dopo che gli scontri erano sfociati in aprile. I combattimenti separati nel Sud Kivu tra la milizia Mai Mai e le Forze democratiche per la liberazione del Rwanda sono stati un’ulteriore causa delle migrazioni forzate, mentre un vuoto di potere nelle regioni orientali ha causato maggiore insicurezza e sofferenze fra i civili.

L’Agenzia è particolarmente preoccupata per le eccessive violazioni dei diritti umani nel Nord e nel Sud Kivu, dove piú di 15mila episodi, che incudono uccisioni, strupri e reclutamento forzato, sono stati riportati dall’inizio di Aprile. Il numero reale è con ogni probabilitá di gran lunga piú elevato.

Secondo l’Ufficio di Coordinamento per gli Affari Umanitari (OCHA), circa 2milioni di persone sono sfollate all’interno della RDC, incluse 220mila persone costrette a lasciare le loro case dall’inizio di aprile nel Nord Kivu, 108mila nel Sud Kivu e 62mila nelle province orientali.

Statistiche – Dati sulla popolazione

PaeseSfollati al 1 gennaio 2012Nuovi arrivi (Agosto 2012)Totale delle persone in fuga (agosto 2012)Numero previsto di arrivi totali al Dicembre 2012
Sfollati RDC1.6milioni390mila1.999.000400mila
Rwanda (rifugiati congolesi)55mila20mila75mila25mila
Uganda (rifugiati congolesi)81.50040mila121.50050mila
Totale1.736.500450mila2.186.500475mila
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Di Redazione

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