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CASTEL VOLTURNO – Una dichiarazione. Non di resa ma di amore. Amore verso quei 54 km della Strada Statale n. 7 Quater “Domitiana”, nelle città di Licola, Lago Patria, Ischitella, Villaggio Coppola-Pinetamare, Castel Volturno, Pescopagano, Mondragone, attraversando la costa mediterranea delle province di Caserta e Napoli.

Questo è “Saluti da Pinetamare” l’ultima fatica di Salvatore Santoro fotografo campano/emiliano che in questo libro fotografico ha voluto raccontare attraverso gli scatti «i posti delle mie vacanze estive di 25-30 anni fa. A quei tempi erano ancora abbastanza selvaggi, poco edificati, con la natura ancora forte. Ma proprio in quegli anni iniziò il boom edilizio legale ed illegale che cementificò tutta l’area rendendola simbolo dell’abusivismo e della distruzione ambientale. Illegalità chiama illegalità e nel tempo l’area è ulteriormente degradata fino ad essere oggi tra le principali piazze di spaccio del centro-sud, quartier generale della mafia nigeriana (nata a Castel Volturno e non in Nigeria), zona di affari di mafia casalese e camorra napoletana e area di sversamento illegale dei rifiuti di mezza Italia».

Santoro specifica poi la natura del proprio racconto fotografico chiarendo che «non è un documento propriamente giornalistico che tratta un singolo evento o tema ma è un progetto personale che riguarda la mia casa, i luoghi della mia infanzia. Riguarda quello che è successo in questi posti. Ho cercato di esplorare i cambiamenti negli ambienti dei miei ricordi d’infanzia facendoli scontrare con la realtà. La realtà della direzione presa dall’uomo che non va affatto in un futuro migliore che lascia ai figli più di quanto ha ricevuto dai padri. Per fare questo sono entrato in contatto con le più svariate realtà ambientali e strati sociali. Dai volontari agli assistenti sociali, ai detenuti domiciliari, ai politici del posto, alla comunità africana, a quella bulgara. La storia si è sovrapposta a quella dei ricordi con la ricerca di foto storiche, fotografie della infanzia mia e di tante altre persone che ho incontrato durante questi tre anni».

Ne viene fuori un lavoro che raccoglia più di 200 foto scattate fra il 2009 ed il 2011 e che è stato selezionato fra i migliori dieci, su 533, al principale concorso internazionale per libri e prototipi fotografici: il Dummy Award 2012 nell’ambito dell’International Photobook Festival di Kassel ed esposto nelle principali mostre tra cui: Le Bal: Les Exposition di Parigi, MIA Milan Image Art Fair di Milano, s.t. foto galleria di Roma, f/stop Photofestival di Lipsia.

Il libro è definito un “oggetto libro” poiché è stato sviluppato in maniera da dare spazio alle storie del passato che si sovrappongono, stridendo quasi, alle fotografie di oggi. Nel libro infatti sono presenti degli inserti di misura più piccola che raccolgono fotografie dell’infanzia dell’autore e di tante altre persone che abitano da anni il territorio.

La carta usata è una carta atipica per libri fotografici: di altissima qualità che al tatto da il senso di carta da diario, non lucida e poco spessa. La copertina, invece, è realizzata con una sovracoperta “alla francese”: ossia una grande foto che ripiegata dà l’immagine di copertina.

Vista la particolare tipologia del prodotto editoriale l’autore ha deciso di ricorrere al selfpublishing (pubblicare in proprio) e per raccogliere fondi si è rivolto ad una organizzazione per crowfunding: KissKissBankBank.

Tramite la piattaforma web sta cercando di raccogliere fondi con la prevendita del libro in vari allestimenti: dalla singola copia firmata al pacchetto con stampe fine-art, a soluzioni per librerie e distributori fino alla vendita del prototipo originale.

Un pezzo da collezione che non può mancare nelle case di tutte quelle persone che vivono, sopravvivono, amano e lottano nei nostri territori.

Michele Docimo

Il sito di Santoro  | Pagina della campagna di prevendita | Video trailer del libro | Estratto del video del libro sfogliato

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Di Redazione

Notizie Migranti è un coraggioso esperimento di giornalismo interculturale. Il progetto nasce nel 2010, in un periodo di razzismo strisciante che impedisce la convivenza civile tra persone di culture diverse si è voluto dare vita ad una informazione, con la presenza in redazione anche di giovani migranti, che affronta il tema immigrazione come risorsa e non come problema, che evita toni sensazionalistici e allarmistici trattando i cittadini stranieri come soggetti e mai come oggetti.

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