NAPOLI – «Verrà il giorno del giudizio» anche per coloro «che si macchiano di colpe gravissime di fronte alla legge e di fronte a Dio, perché enormi sono i danni che essi arrecano all’uomo e alla società».

È questo il monito a chi incendia i rifiuti TOSSICI lanciato dal cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, intervenuto ieri alla cerimonia di sottoscrizione del Patto per la Terra dei Fuochi presso l’auditorium della Regione Campania, a Napoli.

Contro la «forma di barbarie» rappresentata dai roghi tossici «ci sentiamo impegnati, come Chiesa, a lottare, con tutti gli uomini di buona volontà, affinché il nostro territorio recuperi la sua bellezza tradita e mortificata, perché esso diventi la casa di tutti ed espressione del bene comune».

Per questo il porporato – che ha ricordato i numerosi interventi suoi e dei vescovi campani sul problema dei rifiuti, nonché «l’impegno particolare e coraggioso» del parroco di Caivano don Maurizio Patriciello – invita «ad uscire dalla sacrestie e a stare tra la gente perché siamo parte della comunità e non dobbiamo avere difficoltà a sporcarci le mani per difendere, con senso civico, i valori e i diritti di tutti, per formare coscienze responsabili e attente alla vita sociale».

Il cardinale Sepe confessa di sentire su di sé «disagio, sofferenza e umiliazione che provano tante comunità e moltissimi cittadini di queste nostre martoriate terre» e avverte però anche «i limiti della stessa indignazione, che ormai non basta e non serve, perché non riesce a smuovere le coscienze, le menti e la mano di chi si lascia guidare dall’egoismo, dall’arroganza e dalla protervia».

Motivo per cui «anche la speranza rischia di finire sommersa da cumuli di rifiuti o sotterrata e coperta da roghi tossici, nell’indifferenza di chi si sente estraneo o lontano dal problema».

Intanto, incalza l’arcivescovo «le patologie aumentano e la gente muore, come ci dicono le indagini e le statistiche». E «prevalgono interesse e tornaconto personali. Per i delinquenti che si macchiano di crimini contro l’ambiente, contro la natura e contro l’integrità fisica di tutti non ci sono freni, perché accecati dal demone dell’arricchimento. Neppure il diritto sacrosanto alla salute e alla vita dei figli, delle mogli e dei genitori costituisce motivo di scrupolo e di rimorso».

«Ben venga – chiosa il cardinale Sepe – il Patto per la Terra dei Fuochi, che costituisce un atto di responsabilità e una modalità per concorrere sinergicamente alla individuazione di iniziative operative condivise, per contrastare il grave fenomeno e sanare territori distrutti da rifiuti e roghi tossici, a danno delle persone, dell’ambiente, dell’agricoltura e dell’economia, ma anche per bloccare e punire severamente quanti si macchiano di questi reati».

L’invito è all’azione urgente. «Bisogna fare presto e bene. Su questo fronte non si può perdere altro tempo. La gente continua a soffrire e a morire e la morte anche di una sola persona ancora è una imperdonabile sconfitta per l’intera società”.

Infine, l’arcivescovo di Napoli ribadisce che “la Chiesa, nell’ambito della sua azione pastorale, è pronta a stare accanto alle Istituzioni, per difendere i diritti della gente e sostenere chi soffre, per svolgere quell’azione educativa che è fondamentale nella formazione di nuovi stili di vita e nella costruzione del futuro».

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Di Michele Docimo

Aversano (in prestito a Trieste), eterno indeciso: giornalista free lance, comunicatore sociale, fotoreporter, videomaker, copywriter, storyteller, formatore, speaker ed autore radiofonico. Dirige NOTIZIE MIGRANTI [www.ntoziemigranti.it] e CONTRASTOTV [www.contrastotv.it]. E’ presidente di MIGR-AZIONI APS [www.migr-azioni.info]. A sei anni ha imparato a leggere e da allora non ha più smesso. Oggi sta cercando di imparare a scrivere. È convinto che gli africani salveranno gli italiani.

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