Sono trascorsi 61 anni e quell’8 agosto 1956 rimane ancora forte nella memoria di tanti italiani. Quel giorno, infatti, un incendio riempì di fumo tutto il pozzo minerario di Bois du Cazier, nei pressi di Marcinelle, provocando la morte di 262 dei 274 lavoratori presenti in quel momento nella miniera. Di questi, 136 erano italiani.

E dal 2011 questa data è stata riconosciuta ufficialmente in Italia dove viene celebrata la Giornata Nazionale del Sacrificio del Lavoro Italiano nel Mondo. “Il ricordo di queste morti sul lavoro – dice oggi la Fondazione Migrantes che da sempre segue pastoralmente i tanti italiani emigrati in ogni parte del mondo – rappresenta una occasione per non dimenticare chi, ancora oggi, muore sui luoghi di lavoro, siano essi italiani all’estero che stranieri residenti nel nostro Paese“.
«Ecco perché – spiega don Gianni De Robertis, direttore generale della Fondazione Migrantes – il nostro sguardo e la nostra attenzione in questi giorni va proprio a Marcinelle come simbolo anche dei numerosi morti italiani durante il loro lavoro in diverse tragedie – non ultime quelle avvenute durante alcuni attentanti terroristici e a Londra in un incendio in un grattacielo alla periferia della città – con la richiesta di un impegno maggiore per la sicurezza sul lavoro sempre più precaria».

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Di Michele Docimo

Aversano (in prestito a Trieste), eterno indeciso: giornalista free lance, comunicatore sociale, fotoreporter, videomaker, copywriter, storyteller, formatore, speaker ed autore radiofonico. Dirige NOTIZIE MIGRANTI [www.ntoziemigranti.it] e CONTRASTOTV [www.contrastotv.it]. E’ presidente di MIGR-AZIONI APS [www.migr-azioni.info]. A sei anni ha imparato a leggere e da allora non ha più smesso. Oggi sta cercando di imparare a scrivere. È convinto che gli africani salveranno gli italiani.

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