SAN GIORGIO A CREMANO – Sabato scorso,  16 settembre, il sorriso e l’energia di Lura, cantante portoghese di origine capoverdiana, hanno sconfitto la pioggia e aperto la ventiduesima edizione del “Festival Ethnos 2017“. L’evento, che nasce a San Giorgio a Cremano, tocca anche altri paesi della provincia napoletana, Somma Vesuviana, Casandrino, Bacoli, Torre del Greco e Massa Lubrense, in una logica di rete che premia lo sforzo economico della Regione Campania, finanziatrice unica di quello che è un vero e proprio progetto culturale. Non solo world music di grande livello ma anche danza etno-contemporanea (masai e dervisci), visite guidate, laboratori di canto (canto rivoluzionario marsigliese), incontri e premiazioni.

Ethnos, che di sicuro spicca per il suo cartellone musicale, in realtà si propone come uno straordinario promotore di diversità culturale e di bellezza. In forte controtendenza con la logica della paura, della voglia di respingere e alzare muri, il festival si serve dell’arte per mostrarci “il meglio dell’altro”, la parte eccellente della sua cultura (anzi delle sue culture). A rafforzare questo messaggio, quest’anno sarà premiato Tahar Ben Jelloun, scrittore marocchino, la cui produzione tocca, in maniera tutt’altro che banale, i temi dell’islam, del terrorismo e della marginalità sociale, autore tra le altre cose de “Il razzismo spiegato a mia figlia”.

Se il primo fine settimana è andato, ne restano altri due ricchissimi di eventi, tutti gratuiti, basta dare un’occhiata al programma (visionabile sul sito festivalethnos.it) ed essere pronti ad accantonare gli stereotipi negativi e alzarsi oltre il muro a contemplare la complessità e la bellezza della diversità.

Giovanni D’Errico

“Credi che io potrei diventare razzista?”
“Diventarlo è possibile: tutto dipende dall’educazione che avrai ricevuto. Tanto vale saperlo e impedirsi di esserlo.”
Tahar Ben Jelloun – “Il razzismo spiegato a mia figlia

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Di Giovanni D'Errico

Originario della provincia di Napoli, ho studiato sociologia e da sempre lavoro nel terzo settore come mediatore culturale. A ciò si aggiunge una passione per l’immagine (fissa e in movimento) che mi porta spesso a scuola ad insegnare ai ragazzi come comunicare con il linguaggio multimediale. Ho deciso di contribuire al progetto di Notizie Migranti perché sono avvilito da come si parli sempre peggio del fenomeno delle migrazioni; c’è bisogno di raccontare davvero l’immigrazione, senza i condizionamenti che impone il consenso elettorale, portando la narrazione ad un livello più profondo, ad un livello umano.

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