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Seppur con dei miglioramenti rispetto allo scorso anno, i dati Istat confermano la gravità della situazione economica: sempre più persone non possono permettersi un pasto con una componente proteica ogni due giorni e questo dato è più che raddoppiato dal 2007 e dal 2014, non a caso, la principale causa che ha determinato l’acquisizione dello status di povero, è la perdita del lavoro.

La povertà assoluta rimane quasi doppia nei piccoli comuni del Mezzogiorno rispetto a quella rilevata nelle aree metropolitane. Il contrario accade al Nord, dove la povertà assoluta è più elevata nelle ultime aree citate rispetto ai restanti comuni.

Tra le famiglie con stranieri, inoltre, la povertà assoluta è più diffusa che in quelle composte solamente da italiani. Al Nord e al Centro la povertà tra le famiglie di stranieri è di oltre 6 volte superiore a quella delle famiglie di soli italiani, nel Mezzogiorno è circa tripla.

A conferma della gravità della situazione proprio nei giorni scorsi si è tenuto un incontro tra il premier Renzi e il ministro dell’economia Padoan sui tagli delle tasse senza incappare nelle sanzioni europee.

E si è parlato di misura anti-povertà, un piano per sostenere le fasce di popolazione più martoriate dalla crisi.
Per noi, l’esperienza della povertà non comprende solamente basse retribuzioni e consumi ridotti al minimo, ma anche difficoltà d’accesso ad un adeguato livello di educazione, di risorse sanitarie e d’alimentazione. L’esperienza della povertà non è solo mancanza di benessere materiale, ma anche negazione dell’opportunità di vivere una vita dignitosa. Se il benessere permette di contrastare un futuro di incertezza e di vulnerabilità, l’incapacità di decidere della propria vita diviene un aspetto del concetto di povertà. È per questo che anche la vulnerabilità, la sottomissione, l’insicurezza, l’incapacità a far udire la propria voce e l’impotenza politica sono dimensioni della povertà, al pari di un reddito insufficiente. È necessario un più ampio approccio al concetto di povertà, non più limitato alla constatazione di bassi redditi, che è il criterio comune col quale si misurava la povertà.

Dal rapporto di Save the Children, l’organizzazione dedicata dal 1919 a salvare la vita dei bambini e difendere i loro diritti, emergono drammatiche conseguenze psicologiche sui bambini che vivono la condizione di grave povertà e deprivazione materiale, infatti, la mancanza di opportunità per poter svolgere le stesse attività dei loro coetanei si abbatte sulla loro personalità.

Da questi dati affiora che l’incidenza di povertà assoluta scende all’aumentare del titolo di studio: se la persona di riferimento è almeno diplomata, l’incidenza è quasi un terzo di quella rilevata per chi ha la licenza elementare. Sembra dunque importante sottolineare il valore dello studio ma rimane la necessità di valutare l’approccio al lavoro magari riconsiderando gli Istituti Tecnici, affinché non vengano denigrati, relegati ad ultima spiaggia per ragazzi meno dotati, ma al contrario formino per un futuro lavorativo e nel contempo consentano l’accesso all’Università.

Gli Enti convenzionati con Banco Alimentare hanno dichiarato un aumento dei propri assistiti,  in particolare adulti italiani, persone disoccupate, indebitate e separate o divorziate che chiedono di poter ricevere un pacco alimentare. Il dettagliato quadro offerto dalla ricerca illumina una situazione che il Banco Alimentare affronta quotidianamente, nella sua opera di sostegno alle Strutture Caritative convenzionate. Le informazioni raccolte sono sconcertanti a causa del persistente paradosso dello spreco di cibo commestibile nella filiera alimentare.

Il palco italiano che ospita l’expo 2015 di Milano, cioè l’Esposizione Universale sull’alimentazione e la nutrizione, tende per l’appunto a creare una piattaforma di dialogo che sia da fondamento per la promozione e la collaborazione tra i Paesi che s’impegnano a creare e tutelare un globale “diritto al cibo”. Tale strumento di coesione viene offerto dalla Carta di Milano, ossia un documento che intende favorire l’attuazione di misure di incoraggiamento all’ufficializzazione del diritto al cibo, annoverabile tra i diritti fondamentali, attraverso l’istituzione di obblighi in capo ai singoli Stati che dovranno impegnarsi nel garantire l’eguale accesso alle risorse naturali, creandone i mezzi e assicurare nutrimento anche alle generazioni future.

Tina Iovine
Doriana Russo
Eliana Diana 

photo credit: At the Display Window via photopin (license)

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Di Michele Docimo

Aversano (in prestito a Trieste), eterno indeciso: giornalista free lance, comunicatore sociale, fotoreporter, videomaker, copywriter, storyteller, formatore, speaker ed autore radiofonico. Dirige NOTIZIE MIGRANTI [www.ntoziemigranti.it] e CONTRASTOTV [www.contrastotv.it]. E’ presidente di MIGR-AZIONI APS [www.migr-azioni.info]. A sei anni ha imparato a leggere e da allora non ha più smesso. Oggi sta cercando di imparare a scrivere. È convinto che gli africani salveranno gli italiani.

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