Mentre nel mondo imperversano i dazi, qui – in Italia – c’era chi aveva altri dazi per la testa.
Si tratta del dazio che il Governo ha dovuto pagare a Matteo Salvini. Parliamo di “sicurezza“. Ma non quella vera, quella che protegge i cittadini, quella che risolve i problemi sociali. No, parliamo della “sicurezza” del governo, quella che si ottiene a suon di manganellate e decreti liberticidi.
Con un blitz notturno e poco prima dell’apertura dei lavori del congresso della Lega Il governo Meloni, ha varato un nuovo decreto “sicurezza” che fa felici soprattutto le divise. Più potere, più impunità, più soldi pubblici per difendersi dalle accuse di violenza.
E i cittadini? Beh, i cittadini avranno meno diritti e più paura. Ma si sa, la “sicurezza” ha le sue priorità.
La Costituzione diventa un optional e i diritti fondamentali un lusso. Se protesti, se ti ribelli, se difendi l’ambiente, ti manganellano e ti arrestano. E se ti lamenti, ti dicono che “in Parlamento si è perso troppo tempo”. Perché, ormai, la democrazia è una perdita di tempo.
Giorgia Meloni lo sa bene, la rabbia sociale monta. La crisi economica, le disuguaglianze, il cambiamento climatico… Ma invece di affrontare i problemi, il governo preferisce reprimere le proteste. Più forze dell’ordine, più carcere, più repressione. Perché è più facile “caricare” che risolvere i problemi.
E poi ci sono gli ambientalisti, quelli che rompono le scatole con il riscaldamento globale, l’inquinamento, la distruzione del pianeta. Meglio chiudere gli occhi, dice il governo. E chi protesta? In galera! Fino a tre anni di carcere per un po’ di vernice. Perché è più importante il profitto che il futuro del pianeta.
Consiglio non richiesto, suggerisco alla maggioranza di preparare al volo un lodo Raimo per impedire ai cittadini di pensare e di criticare il Governo. Perché… pare… che quella del pensare sia una delle poche attività non ancora normate dal decreto.
Se oggi siamo qui a denunciare una deriva autoritaria nell’uso dei decreti legge, che confonde la “sicurezza” con la repressione e che non ha risposte ai veri problemi del paese è soprattutto perché noi non ci stiamo. Continueremo a protestare, a lottare, a difendere i nostri diritti. Perché, la libertà non si ottiene con la paura, ma con la lotta.