Donald Trump: Uomo di Pace?

Donald Trump, uomo di pace.
Già questa frase, da sola, fa sorridere.
Suona un po’ come “orso vegetariano” o “banchiere solidale”.
Eppure, nelle ultime settimane, i giornali lo presentano così: “il nuovo artefice della stabilità mondiale, il presidente che ha riportato equilibrio nei rapporti internazionali”.

Già, equilibrio.
Peccato che — piccolo dettaglio — una nave lanciamissili statunitense sia ferma – proprio in questo momento – a meno di 10 chilometri dalle coste del Venezuela.
E che, secondo fonti ben informate, si parli di un’imminente “operazione di terra”.
Operazione di terra… la chiamano così quando devono invadere, ma vogliono sembrare eleganti.

Insomma, un pacifista col cappello da cowboy e la pistola fumante nella fondina.

E non basta: mentre in America Latina si giocano le partite del petrolio, in Ucraina i cannoni non hanno mai smesso di sparare, anche se ormai nessuno li ascolta più.
A Gaza, gli attacchi dell’Idf ci sono ancora — ma si parla di “fase di calma relativa”.
In Sudan, una guerra civile ha già fatto decine di migliaia di morti e nessuno sa nemmeno in quale città.
E nello Yemen, un conflitto dimenticato continua da anni, con bambini che muoiono di fame nel silenzio generale.

Sembra che la pace, oggi, sia diventata una questione di marketing.
Si stampa sui manifesti, si pronuncia nei discorsi, si usa come hashtag.
Ma nel frattempo si spediscono armi, si firmano contratti e si contano i morti.

Il mondo brucia, ma i potenti si scambiano strette di mano davanti ai fotografi.
Trump dice “abbiamo evitato la guerra”, mentre una portaerei pattuglia il Golfo.
L’Europa dice “siamo per la diplomazia”, mentre raddoppia – se non triplica – i fondi per la difesa.
La pace, insomma, va di moda. Ma la guerra, come sempre, è un grande affare.

E allora noi Politicamente Scorretti una domanda la vogliamo fare:
possibile che, in un pianeta dove ci sono più conferenze sulla pace che giorni senza bombe, nessuno voglia davvero disarmare?

Forse perché la pace non conviene.
Non porta profitti, non muove capitali, non crea consenso.
Eppure è l’unica cosa che ci salva.

Noi continuiamo a crederci, anche se sembriamo ingenui.
Perché un mondo in cui la parola “pace” torna a significare pace e non strategia di potere,
è l’unico mondo in cui valga ancora la pena vivere.

Perché la vera pace non si annuncia in conferenza stampa.
La vera pace si pratica — smettendo di minacciare, di bombardare e di fingere che tutto vada bene.

Trump uomo di pace?
Sì, certo. Come se io fossi neutrale.

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