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Lungo l’antico fiume campano, chiamato in epoca “storica” Clanio, fin dalla preistoria, richiamò sulle sue  rive clan e tribù più diversi della Campania, favorì scambi e comunicazioni e rese fertile quella zona che i romani chiamarono in seguito FELIX.

Dati la conformazione geologica e gli interventi dell’uomo questo corso d’acqua ebbe vita e corso sempre diversi.

Nel periodo “storico” sorsero le antiche città di Acerra, Suessola, Abetella, Nola, Atella, Liternum.

 Prima della grande eruzione del Vesuvio di 4.000 anni fa le sorgenti del Clanio, si trovarono sul Monte Cancello, che sul suo lato meridionale nascevano le sorgenti di acque salmastre e sul sulfuree che davano vita ad un corso d’acqua chiamato LE MOFETE, che attraversava il bosco di Acerra.

Mentre dall’altro lato nasceva il ruscello RIULLO, anch’esso di acque minerali, che toccava l’antica SUESSOL A. proseguendo il loro percorso Le Mofete e il Riullo, nel luogo detto LA FORCINA, confluivano e si univano ad altri rivoli provenienti tra Nola ed Avella dando vita al CLANIO propriamente detto. “Il quale, correndo da sopra Acerra, passa nel bosco di Sant’Arcangelo… corre al mare alquanto lungi da LITERNO…” così alcuni storici; mentre L. GIUSTINIANI così scrive “… Proseguendo il corso per il Territorio Aversano, mette foce nel Lago di Patria. (Perciò è detto) fiume Patria o di Literno”.

 Sempre lo storico citato, rifacendosi a Stefano Bizantino  e a Licofrone  (e ad alcuni commentatori di questo) scrive che il Clanio, in origine era il fiume che giungeva al mare presso Napoli. In origine il Clanio è certo che passava molto vicino ad Aversa. Ciò è non solo dai ritrovamenti prestorici venuti alla luce presso Gricignano e dalla toponomastica locale; Casal luce = casa sorta nella radura di un bosco; ponte-Aprano, dove passano i cinghiali; la stessa Aversa deve il suo nome (non ad essere una città avversa a Capua, ma) ad un antico documento del 1022 ( precedute alla venuta dei Normanni nella zona) dove è citato il monastero di S. Paolo de Averze.

Il toponimo Aversa potrebbe derivare da Avèrze nel significato di “terreno dissodato”. Ma Aversa potrebbe derivare da Avesa cioè acque. Le due interpretazioni ci riportano entrambe alla presenza di un fiume “difficile”. E lo stesso la parola  bosco, cinghiale, cesine, fratte ecc…

Infatti il cataclisma “vesuviano” in epoca preistorica e il bradisisma (ancora in atto) ha fatto, in continuazione, cambiare corso al fiume o creare paludi (Pantano) e questo fino a quando il tavolario  Pietrantonio Lettiero dette l’attuale sistemazione al fiume che cambiò corso e nome (i Regi Lagni) e il suo corso fu spostato verso S.Maria e Marcianise con la bonifica della zona, rifiorì l’agricoltura.

Gli ortaggi, la frutta e la canapa divennero i più famosi e ricercati d’Europa. Oggi dell’antico Clanio non restano che tre “ripe” ridotte a cloache a cielo aperto.

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Di Michele Docimo

Aversano (in prestito a Trieste), eterno indeciso: giornalista free lance, comunicatore sociale, fotoreporter, videomaker, copywriter, storyteller, formatore, speaker ed autore radiofonico. Dirige NOTIZIE MIGRANTI [www.ntoziemigranti.it] e CONTRASTOTV [www.contrastotv.it]. E’ presidente di MIGR-AZIONI APS [www.migr-azioni.info]. A sei anni ha imparato a leggere e da allora non ha più smesso. Oggi sta cercando di imparare a scrivere. È convinto che gli africani salveranno gli italiani.

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