LAMPEDUSA – «Gli immigrati morti in mare sono come una spina nel cuore», che deve provocare “la coscienza di tutti” per “cambiare concretamente certi atteggiamenti”.

Lo ha detto il Papa, che a Lampedusa ha cominciato l’omelia dalla risonanza che ha avuto nel suo animo una notizia di cronaca: “Immigrati morti in mare, da quelle barche che invece di essere una via di speranza sono state una via di morte”.

Quando alcune settimane fa ho appreso questa notizia, che purtroppo tante volte si è ripetuta – ha rivelato Papa Francesco – il pensiero vi è tornato continuamente come una spina nel cuore che porta sofferenza. E allora ho sentito che dovevo venire qui oggi a pregare, a compiere un gesto di vicinanza, ma anche a risvegliare le nostre coscienze perché ciò che è accaduto non si ripeta”.

Fin dall’inizio il Papa ha detto “una parola di sincera gratitudine e di incoraggiamento” agli abitanti di Lampedusa e Linosa, alle associazioni, ai volontari e alle forze di sicurezza, che hanno “mostrato e mostrate attenzione a persone nel loro viaggio verso qualcosa di migliore”: “ Voi siete una piccola realtà, ma offrite un esempio di solidarietà!”, ha aggiunto ringraziando l’arcivescovo di Agrigento per le sue parole. Un “pensiero”, inoltre, “ai cari immigrati musulmani che stanno iniziando il digiuno di Ramadan”: “La Chiesa vi è vicina nella ricerca di una vita più dignitosa per voi e le vostre famiglie”.

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Di Michele Docimo

Aversano (in prestito a Trieste), eterno indeciso: giornalista free lance, comunicatore sociale, fotoreporter, videomaker, copywriter, storyteller, formatore, speaker ed autore radiofonico. Dirige NOTIZIE MIGRANTI [www.ntoziemigranti.it] e CONTRASTOTV [www.contrastotv.it]. E’ presidente di MIGR-AZIONI APS [www.migr-azioni.info]. A sei anni ha imparato a leggere e da allora non ha più smesso. Oggi sta cercando di imparare a scrivere. È convinto che gli africani salveranno gli italiani.

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