Napoli riscopre la sua essenza di città amica dell’Unicef: domani 8 luglio nel neoclassico Palazzo San Giacomo il comune di Napoli presenterà il progetto “Patto con i giovani”, un protocollo d’intesa che oltre a coinvolgere la sezione campana dell’organizzazione intercontinentale per i diritti per l’infanzia, vede la partecipazione di numerose realtà associative di stampo giovanile della regione Campania.

Il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia nato all’indomani del secondo conflitto mondiale e decorato con il Premio Nobel per la pace nel 1965, rinnova ancora il suo impegno: quello di poter valorizzare le potenzialità e le energie delle giovani generazioni, al fine di rendere più soddisfacente la loro esperienza di vita e di produrre nuova linfa necessaria per l’evoluzione culturale del territorio. Quella di domani è in realtà la suggellazione di un percorso già intrapreso con determinazione dall’Amministrazione de Magistris tempo addietro, quando in occasione della Giornata Universale dell’Infanzia 2012, la Giunta Comunale aderì al Programma città amiche delle bambine e dei bambini.

Oggi Napoli, con un 25% della popolazione al di sotto dei 18 anni, è statisticamente la città più giovane d’Italia: questa è una delle motivazioni che spingono a mettere in atto azioni che valorizzino questa indiscutibile risorsa del capoluogo partenopeo, che troppe volte rischia di tradursi in dati negativi se nulla si pone in acceso contrasto con quella dispersione culturale sempre dietro l’angolo.  E’ di appena una settimana fa la diffusione dei dati del rapporto sulla povertà e il disagio minorile della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, che ha fotografato il Bel Paese come fanalino di coda tra le Nazioni del Vecchio Continente: su ventinove posizioni, l’Italia occupa il ventiduesimo posto, alle spalle di Ungheria e Polonia, che, nonostante la difficile storia recente, hanno forse saputo superare i ben più gravi disagi sociali prima che noi superassimo le nostre ampie lacune nell’ambito educativo delle giovani generazioni.  Tuttavia scendendo nello specifico, è ben più allarmante scoprire le percentuali del Meridione, che vedono la Campania come capofila della black-list insieme alla più dissestata e povera Sicilia: le terre che furono amate dai coloni della Magna Graecia come luoghi depositari di cultura, oggi hanno il triste primato di una dispersione scolastica che oscilla tra il 22% e il 25%.

Da qui l’esigenza di supportare le campagne Unicef con una rete di associazioni che si riconosca obiettivi comuni, a partire da quelli che vedono all’orizzonte già progetti di solidarietà sociale che si tradurranno in raccolte di fondi al fine di regalare dignità umana ai bambini e agli adolescenti che ogni giorno nelle nostre città la perdono per colpa degli “orchi”, che non sono certo quelli delle favole, ma la microcriminalità, la devianza culturale, la povertà materiale. Il presidente del comitato Unicef Campania, Margherita Dina Ciacci, sarà pronta confrontarsi ed ad organizzare le attività dell’organizzazione intercontinentale alla luce di ciò che realmente chiede il territorio: il dialogo che verrà messo in tavolo sarà rivolto soprattutto ai gruppi giovanili delle associazioni locali, tra cui il Forum Regionale della Gioventù della Campania e il  Gruppo Giovani dell’Associazione Costruttori Edili di Napoli, che accoglie giovani imprenditori di età compresa tra i 18 e i 40 anni.

Parteciperà all’incontro Michele Cucuzza, giornalista e conduttore televisivo RAI, che presenterà il progetto cinematografico “Gramigna”, liberamente ispirato all’omonimo libro che tratta la vera storia di Luigi Di Cicco, esempio vivente del desiderio di legalità. Tale film, infatti, diretto da Sebastiano Rizzo e prodotto dalla Klanmovie production, è patrocinato e dedicato all’Unicef e intende rappresentare una fruttuosa testimonianza contro la camorra. Con l’occasione, Michele Cucuzza sarà nominato testimonial della nascita della Consulta giovanile campana, mentre Mario Porfito, Goodwill Ambassador Unicef e protagonista del film Gramigna, illustrerà l’importanza del lavoro di squadra nelle iniziative di solidarietà.

Mariano Scuotri

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Di Mariano Scuotri

16 anni, liceo classico, studente modello, più studente che modello però. A 13 anni qualcuno (e con esso la crisi) mi fece capire che la personalità non si compra. Da allora ho incominciato a cercare ciò che mi piaceva, ma non ho ancora finito: la pallavolo, il nuoto, il disegno, la musica e la letteratura sono tra le mie passioni. A 14 anni sono passato dallo scrivere sui banchi allo scrivere articoli, ed è stato più soddisfacente perché nessuno mi ha sgridato questa volta. Cerco un mondo dove soddisfare i propri interessi non sia solo il pretesto per scriverlo su fb ma significhi diventare ciò che hai sempre voluto essere.

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