Le distanze di sicurezza nel prossimo anno scolastico a Casale non saranno un problema. Grazie ai beni confiscati alla camorra le scuole potranno rispettare distanze e altre regole Covid.

Sono cinque gli edifici che erano nelle disponibilità dei clan e che grazie al riuso sociale dei beni confiscati o, come amano dire al Comune di Casal di Principe, beni liberati dalla camorra, tornano ai cittadini sotto forma di istituti scolastici.

Luoghi turpi e grigi che diventano luoghi di cultura e pieni di colore grazie agli alunni che li frequenteranno. Uno degli immobili è in ristrutturazione e sarà pronto per i primi rintocchi della campanella del nuovo anno scolastico che in regione Campania è fissato per il 24 settembre.

Addirittura una sesta villa si aggiungerà agli altri edifici per scongiurare le turnazioni dei discenti. Numeri, questi, di tutto rispetto che segnano un ulteriore riscatto della cittadina casertana in passato tristemente nota per i clan mafiosi che vi spadroneggiavano e che negli ultimi anni sta vivendo una lunga stagione di rinascita.

«I luoghi della camorra diventano luoghi di formazione. E con la formazione combattiamo la camorra – a parlare è l’assessora comunale alla Pubblica Istruzione, Marisa DianaCi interessa molto mandare il messaggio che l’istruzione è la vera strada per sconfiggere la camorra».

Non resta, quindi, che aspettare il rientro del carismatico sindaco Renato Natale, bandiera del movimento della lotta alla camorra, attualmente ricoverato in Lombardia proprio per aver contratto il Covid-19 per poter festeggiare le inaugurazioni dei nuovi plessi scolastici e poter di nuovo affermare che «Qui la camorra ha perso

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Di Michele Docimo

Aversano (in prestito a Trieste), eterno indeciso: giornalista free lance, comunicatore sociale, fotoreporter, videomaker, copywriter, storyteller, formatore, speaker ed autore radiofonico. Dirige NOTIZIE MIGRANTI [www.ntoziemigranti.it] e CONTRASTOTV [www.contrastotv.it]. E’ presidente di MIGR-AZIONI APS [www.migr-azioni.info]. A sei anni ha imparato a leggere e da allora non ha più smesso. Oggi sta cercando di imparare a scrivere. È convinto che gli africani salveranno gli italiani.

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