La denuncia arriva forte e chiara dalle parole della direttrice esecutiva del programma delle Nazioni Unite contro l’AIDS, Winnie Byanyima, che parla di una nuova forma di apartheid: “È una discriminazione, è davvero vergognoso quello che sta succedendo. Vedere i paesi ricchi litigare tra loro su chi otterrà quale vaccino, mentre altri paesi stanno lì a guardare per me è uno scandalo! “

Il colonialismo occidentale torna a imporsi, e lo fa in uno dei momenti più fragili per l’economia mondiale. Il vaccino AstraZeneca per il Sud Africa ha un prezzo speciale: 4 euro e 32 centesimi, ovvero due volte e mezzo in più rispetto al costo stabilito per i paesi europei.

A garantire la fornitura delle vaccinazioni alle nazioni più povere dovrebbe pensarci COVAX, l’alleanza globale per i vaccini, che tuttavia è distante dal risultato, come spiega, già nel mese di ottobre, Anna Marriott, consulente per le politiche sanitarie di Oxfam: “Molti Paesi a più alto reddito hanno firmato accordi bilaterali con i produttori”, determinando quello che la Marriott ha definito un “doppiogiochismo” che rallenta la strategia di un “accesso equo a un vaccino”.

Per quanto nata sotto con gli intenti più nobili, ovvero “spingere il mondo verso l’equità”, come affermato da Lawrence Gostin, professore di diritto sanitario globale alla Georgetown University, COVAX ha visto mancare il sostegno degli Stati Uniti. Una lieve speranza arriva dalla fine dell’era trumpiana: se la scelta del presidente uscente era stata quella di “attendere” per vedere se COVAX fosse riuscita o meno a raggiungere l’obiettivo senza il contributo americano, il neoeletto Biden sembra voglia rimediare con un contributo da 3,3 miliardi di euro.

La cifra da raggiungere per pagare 2 miliardi di dosi, che COVAX ha acquistato da 5 produttori di vaccini, è quella di 29 miliardi di euro. Attualmente i paesi donatori sono 33, tra cui i principali, ovvero Canada e Regno Unito; l’Ue ha donato 96 milioni di euro. La paura è che la storia si ripeta, esattamente come avvenne negli anni Novanta con i farmaci antiretrovirali per curare l’HIV, quando per gli Stati africani vennero fissati prezzi “fuori dalla loro portata”, contribuendo alla morte di 12 milioni di persone tra il 1997 e il 2007, come ricordato circa un mese fa da Nigrizia.it.

photo credit: Avel Chuklanov

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Di Elena Mascia

Ho iniziato a scrivere da bambina, per necessità, per aprire una finestra sul mondo di qualcun altro come quelle che mi venivano aperte dai libri che leggevo, da uno in particolare che non dimenticherò: Saltafrontiera, che a soli nove anni mi aveva trasportato nella vita, nelle difficoltà, nelle tradizioni, di bambini provenienti dai più diversi paesi al mondo. Non ho mai smesso di interessarmi alle tematiche sociali, non ho mai smesso di desiderare di poter ascoltare e raccontare le storie di vita vera e vissuta, senza distinzioni. E' per questo che sono diventata giornalista pubblicista, per continuare a raccontare l'invenzione della verità, che non ha niente di sorprendente, solo rapporti di causa ed effetto tra incroci di vita, di luoghi e di persone, l'unica strada che non voglio abbandonare.

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