Carla Fracci era una testimonial delle lotte contro il disastro atomico. Foto Wilpf Italia

Ricordando Carla Fracci non si può tralasciare un aspetto: l’impegno civile. Noi di Wilpf Italia l’abbiamo incontrata ripetutamente a Roma il 5 o il 6 di agosto in quasi tutte le edizioni per la commemorazione, a Piazza del Pantheon, della catastrofe di Hiroshima e Nagasaki.

Nel corso dell’evento, organizzato dall’ ”Associazione Terra e Pace” per conto di Athos de Luca, Carla Fracci sedeva sempre tra i relatori e dal palco leggeva ogni anno una poesia sul disastro atomico. La sua presenza aveva un doppio valore: ricordare ciò che non dobbiamo più far accadere; valorizzare il ruolo della danza rispetto alla realtà sociale.

Ogni anno, infatti, di fronte al palco, si è svolta una toccante esibizione delle allieve e degli allievi della scuola di ballo diretta da Paola Iorio, in genere giovanissimi. In occasione dell’ultima cerimonia nel 2020 ci siamo trattenute insieme, mentre giovanissime danzatrici la sollecitavano per delle foto ricordo, e lei dolce e paziente si prestava, sorridendo. In un dialogo franco sul riconoscimento della danza e sull’abolizione del nucleare in Italia questo il commento di Carla Fracci: «Non gliene importa niente!».

A chi la sta ricordando come “una cittadina esemplare” bisogna far saper che era sfiduciata sia rispetto alla promozione in Italia della danza, sia rispetto alla ratifica del Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari.

Salutiamo commosse non solo una grande étoile della danza ma una personalità intellettuale che ha preso posizione, ha palesato il suo pensiero pacifista e antinuclearista, dando un esempio importante, senz’altro da seguire. Ci mancherà a Roma, il 6 agosto prossimo.

Al suo compagno di vita, affettuosamente presente tra le quinte ogni anno a Piazza del Pantheon, inviamo un immenso abbraccio di solidarietà.

Patrizia Sterpetti

Women’s International League
for Peace and Feedom/Italia

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Di Redazione

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