«Sono uno scrittore migrante!». A definirsi così è il congolese Issiya Longo, che ha voluto spiegare con queste parole la sua posizione sulla questione dell’identità degli scrittori di origine straniera.

L’intellettuale, che è originario della Repubblica Democratica del Congo, e che risiede in Italia da oltre quindici anni, è stato ospite alla trasmissione radiofonica “Diaspora. L’Africa che fa” trasmessa dalle frequenze di AfriRadio: la stazione radiofonica edita dal Collegio delle Missioni Africane.

A Diaspora Longo ha parlato del suo ultimo libro “Destini II”. Il volume raccoglie tre storie (Abominazione, Il prestito di Dio, Lufua Lwa Nkadi), che danno una “descrizione autentica dei valori dell’autore, gli insegnamenti e le tradizioni radicati nell’intimo del suo essere”.

«Io non sono italiano e quindi non posso scrivere come un italiano; con tutte le difficoltà possibili – ha affermato Longo che ha poi tracciato la missione degli scrittori migranti e cioè – trasmettere ai miei vicini e a modo mio, quello che sono e quello che è la mia terra».

 

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Di Redazione

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