Mercoledì 20 maggio, il Centro Astalli ha presentato il Rapporto Annuale 2020, sintesi di un anno di attività, a favore di oltre 20mila rifugiati e richiedenti asilo, della rete nazionale che opera in 7 sedi territoriali (Roma, Catania, Palermo, Vicenza, Trento, Padova, Grumo Nevano – Napoli) con oltre 500 volontari.

Data l’emergenza Covid-19, quest’anno la presentazione è avvenuta sul canale YouTube del Centro Astalli, con P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, e S.Em.za Cardinal Mario Zenari, Nunzio Apostolico in Siria.

Le riflessioni fatte durante la presentazione sono ruotate intorno a 3 punti chiave:
Richieste d’asilo, aumentano gli ostacoli per l’accesso alla protezione. Diminuiscono i riconoscimenti e aumenta la precarietà.
Accoglienza, le risposte costruite finora smantellate da un riforma del sistema che colpisce accoglienza diffusa e inclusione.
Integrazione, sparisce dalle agende politiche ma rimane una priorità per cui si continua a lavorare.

«La vera emergenza non sono gli arrivi, ma la precarietà dei migranti forzati», si legge nel rapporto.
Nel 2019 solo 11.471 migranti sono approdati in Italia «con un calo di oltre il 50% rispetto al 2018 e del 90% in relazione al 2017».
La diminuzione degli arrivi è stata soprattutto dovuta all’incremento delle operazioni della Guardia costiera libica: «Nell’ultimo anno 8.406 persone intercettate nel Mediterraneo sono state riportate in Libia e lì detenute in condizioni che le Nazioni Unite definiscono inaccettabili

Violenze e fame non solo sono nelle carceri libiche, ma anche per i tantissimi migranti forzati confinati sulle isole greche.
«Circa il 35% dei pazienti che si sono rivolti al centro SaMiFo (Salute Migranti Forzati) portatori di disturbi post-traumatici. Nell’ascolto delle storie personali è emersa in maniera drammatica la rappresentazione dei centri di detenzione libici: luoghi fortemente traumatizzanti».

Gli effetti dell’entrata in vigore dei decreti sicurezza si sono fatti sentire con un forte impatto negativo sulle vite dei migranti, acuendo precarietà di vita, esclusione e irregolarità. L’abolizione della protezione umanitaria, il complicarsi delle procedure per l’ottenimento di una residenza e dei diritti ad essa legati (medico di base, possibilità di formalizzare contratti, …), il moltiplicarsi di oneri burocratici a tutti i livelli, hanno escluso un numero consistente di migranti forzati dai circuiti dell’accoglienza e dai servizi territoriali.
Tra gli utenti dell’ambulatorio di Roma «è aumentata la presenza di donne migranti, soprattutto somale e nigeriane, arrivate di recente in Italia. Molte di loro, pur essendo portatrici di vulnerabilità importanti, sono escluse dai circuiti di accoglienza e vivono in condizioni di grave marginalità, con ripercussioni sulla loro salute».

Ad arricchire la pubblicazione di quest’anno c’è l’inserto “Rifugiati: ai confini dell’umanità” con le foto di Francesco Malavolta. Un racconto fatto di immagini di migranti lungo le rotte del Mediterraneo: salvataggi in mare, fatica, viaggi in cerca di salvezza di uomini e donne che ci portano in dono il coraggio e la speranza in un futuro insieme.
Le foto sono commentate dagli scrittori Alessandro Bergonzoni, Melania Mazzucco e Luciano Manicardi.

Il Rapporto Annuale 2020 e l’inserto fotografico di Francesco Malavolta sono scaricabili, assieme ad altri interessanti contributi, a questo link.

Giovanni D’Errico

“Rifugiati: ai confini dell’umanità” © Francesco Malavolta

Immagine 1 di 5

“Rifugiati: ai confini dell’umanità”. Un racconto fatto di immagini di migranti lungo le rotte del Mediterraneo: salvataggi in mare, fatica, viaggi in cerca di salvezza di uomini e donne che ci portano in dono il coraggio e la speranza in un futuro insieme. Foto © Francesco Malavolta

Parliamone...

Di Giovanni D'Errico

Originario della provincia di Napoli, ho studiato sociologia e da sempre lavoro nel terzo settore come mediatore culturale. A ciò si aggiunge una passione per l’immagine (fissa e in movimento) che mi porta spesso a scuola ad insegnare ai ragazzi come comunicare con il linguaggio multimediale. Ho deciso di contribuire al progetto di Notizie Migranti perché sono avvilito da come si parli sempre peggio del fenomeno delle migrazioni; c’è bisogno di raccontare davvero l’immigrazione, senza i condizionamenti che impone il consenso elettorale, portando la narrazione ad un livello più profondo, ad un livello umano.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *