Ha preso il via l’ottavo festival dell’Impegno Civile, che quest’anno si è voluto inaugurato dal ricordo di Salvatore Nuvoletta, simbolo di coloro che anteposero la priorità di un corretto svolgimento dei propri doveri alla convenienza del compromesso morale.

Quello svoltisi il 10 giugno scorso  a Villa di Briano, nel campetto intitolato al carabiniere martire, è stato solo il primo dell’agenda di 35 tappe che sta portando il nome di Don Peppe Diana a percorrere circa 1000 chilometri tra le cinque province campane.

con la roccia di questo patto giurato tra uomini liberi che volontari si adunarono per dignità e non per odio decisi a riscattare la vergogna e il terrore del mondo”: le parole che Calamandrei utilizzò per rispondere al comandante delle truppe naziste Kesselring furono scritte per glorificare l’animo degli uomini che ebbero l’ardire di opporre quella nota Resistenza all’atrocità dei regimi totalitari, e oggi potrebbero farsi ambasciatrici di un’altra ostica Resistenza prese senza essere contestualizzate. Quella resistenza opposta dagli uomini e dalle donne delle terre campane al regime totalizzante della dittatura camorristica, e che oggi, a ventuno anni dalla morte del prete martire del cambiamento, ritrova le sue radici ancor più profonde nella costante ed oculata cooperazione delle realtà associative dei beni confiscati.

E proprio tale richiamo storico è presente quest’anno nel nome dato alla kermesse organizzata dal Comitato Don Peppe Diana in collaborazione con Libera: ”Partigiani del Bene – per una nuova LiberAzione” è il titolo della nuova edizione, la quale, come ormai di consueto, si sta svolgendo con l’onorificenza simbolica, ma significativa, dell’Alto Patronato del Presidente della Repubblica.

Nel 2008 nessuno immaginava che l’allora utopia di un festival che fosse noto a livello nazionale e che coprisse l’intero territorio regionale divenisse realtà tangibile: in quell’anno la prima edizione del festival consistette in pochi e abbastanza fugaci eventi tra Casal di Principe, Casapesenna e Trentola – Ducenta in cui gli amministratori, i giornalisti, i magistrati e gli “ambasciatori della rinascita” territoriale erano i nomi noti già agli onori della stampa per il proprio esempio di impegno. Tutto allora si svolse nell’arco di tre giorni: poi furono necessari quasi due mesi per la IV edizione del 2011, quando si varcarono i confini territoriali e mediatici della provincia di Caserta per far approdare le storie di riscatto sociale e morale anche nel Napoletano, altro luogo per anni messo in risalto dal sangue della criminalità di strada e oggi cantiere di idee per associazioni e centri di aggregazione.

Oggi è comprensibile la soddisfazione, non solo del comitato organizzatore, ma dell’intera comunità che si riconosce nella bandiera e nel simbolo di Don Peppe Diana, nel constatare che per l’edizione corrente l’ultima tappa sarà l’8 agosto in quello che una volta era la proprietà del boss sanguinario Pasquale Spierto, che ne fece fabbrica di morte, e che oggi invece è la “Fabbrica delle Idee” dei giovani di San Cipriano d’Aversa.

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Di Mariano Scuotri

16 anni, liceo classico, studente modello, più studente che modello però. A 13 anni qualcuno (e con esso la crisi) mi fece capire che la personalità non si compra. Da allora ho incominciato a cercare ciò che mi piaceva, ma non ho ancora finito: la pallavolo, il nuoto, il disegno, la musica e la letteratura sono tra le mie passioni. A 14 anni sono passato dallo scrivere sui banchi allo scrivere articoli, ed è stato più soddisfacente perché nessuno mi ha sgridato questa volta. Cerco un mondo dove soddisfare i propri interessi non sia solo il pretesto per scriverlo su fb ma significhi diventare ciò che hai sempre voluto essere.

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