Emiliano Toso photo credit: PrimaComunicazione

È successo ad Ancona, dove un bimbo di dieci anni è stato operato per un doppio tumore al midollo spinale, sulle note della musica di Emiliano Toso

“I tasti del pianoforte sono neri e bianchi, ma suonano come un milione di colori nella tua mente”. La frase è di Katie Melua, cantautrice, figlia di un cardiochirurgo, costretta a lasciare la sua terra a seguito dello scoppio della guerra civile georgiana. Chissà se le sue parole rispecchiano ciò che ha provato il bimbo di dieci anni operato all’ospedale di Ancona, per l’asportazione di un duplice tumore al midollo spinale. Un intervento complesso, eseguito dall’equipe multidisciplinare guidata dal dott. Roberto Trignani, responsabile del reparto di Neurochirurgia degli Ospedali Riuniti di Ancona; un intervento diverso da tutti gli altri, perché ad accompagnare le mani dei medici sono state le note di…un pianoforte, presente in “coda e tasti” nella sala operatoria.

Emiliano Toso
photo credit: PrimaComunicazione

A suonarlo, Emiliano Toso, pianista e biologo molecolare, che compone musica acustica accordata a 432 Hz. La sua musica è ormai nota nelle sale operatorie di tutto il mondo: “Traducendo le vibrazioni universali e favorendo il benessere fisico ed emozionale, le sue composizioni sono utilizzate in centri olistici, in laboratori di ricerca scientifica quali l’istituto Marques di Barcellona, ed ospedali come il San Raffaele di Milano, il Bambin Gesù, il San Camillo ed il Gemelli di Roma”. Un progetto concretizzatosi durante anni di studio, quando Emiliano Toso stravolge la sua vita realizzando un sogno: incide il suo primo album,  Translational Music®. Un album che inizialmente doveva essere “un auto-regalo”, ma divenuto invece “un vero e proprio progetto di integrazione tra Biologia e Musica a 432Hz”.

L’incontro con la realtà ospedaliera di Ancona avviene durante un concerto dedicato da Toso alla Fondazione Salesi, al Teatro La Fenice Di Senigallia. Da quel 25 settembre, l’idea che si concretizzerà in azione proprio durante l’intervento del 16 novembre.  “L’intervento è durato quattro ore – ha spiegato Trignani all’Ansa – “è andato tutto bene, non c’è stata nessuna complicazione. In sala operatoria è stato portato un clima magico, di completa armonia. È la prima volta al mondo che un pianoforte entra in una sala operatoria. Il bambino è stato operato sotto anestesia totale ma dal tracciato dell’encefalogramma abbiamo visto che era come se la musica venisse percepita anche da lui, perché quando le note si interrompevano il tracciato cambiava”.

Il bambino, che ora si trova in rianimazione, domani potrà tornare nel suo reparto, quello di Oncoematologia pediatrica. “Sto benissimo. La musica? Sì, l’ho sentita”. Queste le prime parole dopo l’intervento: tre giorni e sarà di nuovo in piedi.  Così ha scritto invece Toso sul suo profilo facebook: “Quando la musica diventa cura. E’ stata un’emozione indescrivibile aver accompagnato oggi in sala operatoria con #TranslationalMusic il dott. Roberto Trignani e la sua equipe per l’asportazione di un duplice tumore del midollo spinale in un bambino di dieci anni. Domani vi racconterò com’è andata. Grazie a tutti per il sostegno e l’Amore che rende possibile l’impossibile❤️”.

(foto credit: PrimaComunicazione)

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Di Elena Mascia

Ho iniziato a scrivere da bambina, per necessità, per aprire una finestra sul mondo di qualcun altro come quelle che mi venivano aperte dai libri che leggevo, da uno in particolare che non dimenticherò: Saltafrontiera, che a soli nove anni mi aveva trasportato nella vita, nelle difficoltà, nelle tradizioni, di bambini provenienti dai più diversi paesi al mondo. Non ho mai smesso di interessarmi alle tematiche sociali, non ho mai smesso di desiderare di poter ascoltare e raccontare le storie di vita vera e vissuta, senza distinzioni. E' per questo che sono diventata giornalista pubblicista, per continuare a raccontare l'invenzione della verità, che non ha niente di sorprendente, solo rapporti di causa ed effetto tra incroci di vita, di luoghi e di persone, l'unica strada che non voglio abbandonare.

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