NAPOLI –La frustrazione della gente buona di Scampia è oltre la sopportazione”. E’ quanto ha dichiarato all’agenzia di stampa Sir, nei giorni scorsi, don Tonino Palmese, referente di Libera per la Campania, commentando la nuova escalation di violenza e morte che si sta registrando tra i clan camorristici di Scampia.

L’ultima vittima è Raffaele Abete, fratello del boss detenuto Arcangelo, a capo del clan Abete. “Molti si chiedono cosa deve fare la gente onesta di Scampia? Deve restare onesta – sostiene il sacerdote -. Ma tutto ciò non basta, altrimenti la guerra sarebbe terminata”.

Per don Palmese, “a Scampia manca il dovere dello Stato: lavoro, strutture dignitose e il convincimento che il bottino della camorra potrebbe trasformare l’intera regione nel posto più bello del mondo. Bisogna rincorrere il malaffare con la stessa forza di come s’inseguono gli evasori fiscali. Il resto è morte”.

Non nascondiamo la nostra preoccupazione anche per i nostri presidi in zone e per le associazioni anticamorra attive sul territorio, che invitiamo alla massima vigilanza, unitamente all’osservatorio”, aggiunge l’altro referente di Libera Campania, Geppino Fiorenza. Occorre “influire sulle cause della nuova guerra: il consumo e il traffico della droga”, ammonisce Domenico Pizzuti il sociologo gesuita napoletano.

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Di Redazione

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