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Giornalista nel mirino: le parole di Buonofiglio dopo attentato


Un giornalista pubblicista di 46 anni, Fabio Buonofiglio, e una frase che lo rappresenta: “Il dovere dei cronisti è quello di raccontare i fatti”. Nonostante tutto, nonostante in passato fosse stato già oggetto di episodi criminosi, nonostante l’attentato incendiario alla sua auto avvenuto nella notte tra il 21 e il 22 aprile.

Attorno all’una di notte, la sua auto, una Fiat Punto, è stata data alle fiamme. Coinvolta anche la macchina della vicina di casa del giornalista, alla quale sono andate parole di “rammarico e solidarietà” da parte di Buonofiglio. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Calabria dal 2008 e direttore del quotidiano online Altre Pagine, Fabio Buonofiglio, che si occupa principalmente di cronaca nera e cronaca giudiziaria, si è espresso sul suo giornale con queste parole:

Carissimi lettori di AltrePagine mi rivolgo a voi tanti lettori perbene che rappresentate la gran maggioranza, poiché, a leggerci, quotidianamente, v’è pure quella minoranza che perbene non lo è affatto. Questa di stanotte per noi non è una cronaca “normale”, non è il nostro normale lavoro d’informazione quotidiana da anni al vostro pubblico servizio, ma il fatto accaduto fa parte del nostro lavoro. E il dovere dei cronisti è quello di raccontare i fatti. Il fatto ci riguarda direttamente e personalmente. Poco prima dell’una di questa notte – adesso che scriviamo silenziosissima – qualcuno ha deciso di far fare un fragoroso botto alla nostra autovettura, parcheggiata sotto la nostra abitazione. Qualcuno, insomma, ha dato fuoco alla nostra Fiat Punto grigia mandandola completamente distrutta, carbonizzata. E con essa, purtroppo, è andata a fuoco pure l’auto parcheggiata di fianco appartenente a una signora che abita nel nostro stesso condominio ed alla quale esprimiamo tutto il nostro rammarico e la nostra piena solidarietà, per quel che possono servire. Passata la notte, non è affatto un bel giorno per nessuno di quanti, qui, possono ascriversi alla società civile. Per la nostra testata, per noi giornalisti, per noi stessi come persone appartenenti alle nostre famiglie, ai nostri affetti più cari, alla nostra comunità civile della città di Corigliano-Rossano e del comprensorio della Sibaritide, la nostra terra. Dove abbiamo deciso di continuare a vivere e dove tutti noi persone perbene lavoriamo onestamente, ognuno col proprio lavoro e in condizioni per tutti assai difficili, per creare ognuno il proprio personale sano progresso e tutti insieme il sano progresso della nostra comunità. Se ci uniamo e restiamo uniti ce la faremo. AltrePagine e il suo direttore non si lasciano intimidire. […]”

Parole scritte con estrema dignità e consapevolezza dell’importanza del proprio mestiere e al contempo della ricaduta sull’intera comunità di un atto tanto grave, ma una rassicurazione ultima che fa riflettere e da speranza: “Continueremo a lavorare e ad informare, come abbiamo sempre fatto. Buonanotte”.

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