Un giorno come tanti, la tua vita cambia per sempre. Ciò che avevi pensato potesse capitare solo agli altri, ciò che non avevi previsto, o ciò che avevi sottovalutato, si presenta alla porta di una giornata qualunque e ti dice che sei sieropositivo o sieropositiva. L’HIV non fa sconti, non guarda in faccia. La mente corre veloce cercando di ricostruire, di risalire, di comprendere quando, come a comporre un puzzle, per poi raggiungere la battuta d’arresto: fermarsi per pensare alla ripresa e alla ripartenza. Perché condurre una vita normale, è possibile, come aveva dichiarato Jonathan Bazzi all’uscita del suo libro, Febbre, durante un’intervista per Vanity Fair:

“Le persone che hanno contratto il virus, se sono stabilmente in terapia, arrivano a non essere più infettive. I fatti medici, farmacologici oggi sono quindi del tutto diversi agli anni ’80 e ’90. Quello che purtroppo ancora persiste è la cultura del silenzio, della vergogna e dello stigma. L’idea che i sieropositivi siano appestati, sporchi, pericolosi. Colpevoli, scellerati, corrotti”.

“Hai fatto troppo sesso, l’hai fatto in modo sbagliato, smodato. Hai desiderato troppo, hai desiderato male”. Tutto questo in realtà non c’entra col virus. Tutto questo è sovrastruttura culturale, stigma, superstizione. Per questo ho sentito l’esigenza di espormi, di fare qualcosa di diverso da quello che di solito si fa. Non volevo lasciare le cose come stavano. Non volevo sentirmi obbligato a stare zitto. “È una cosa privata. Pensaci bene. Te ne potresti pentire”.

Ma Bazzi squarcia il silenzio e lo fa addirittura pubblicando un libro, perché l’importanza di ritrovarsi in chi ha vissuto la stessa condizione, può diventare veicolo di speranza e di cambiamento per chi resta intrappolato nella vergogna o nel senso di colpa. Era il 2018, circa due anni fa, durante i quali sono state portate aventi diverse iniziative, una tra tutte, quella delle dieci associazioni di pazienti attive a livello nazionale, (Anlaids Onlus, ALA Milano Onlus, Arcobaleno ODV, ASA Onlus, Circolo Mario Mieli, LILA Lega italiana per la lotta contro l’AIDS, Milano Check Point, NPS Italia Onlus, Nadir Onlus, PLUS), e di ICAR (Italian Conference on AIDS and Antiviral Research), che hanno patrocinato e partecipato al Progetto di GILEAD Italia.

“Un progetto ma anche un percorso che stiamo portando avanti ormai da due anni e che ci entusiasma molto perché è un progetto corale e inclusivo grazie al quale riusciamo a parlare di HIV con un linguaggio nuovo e accessibile, trasferendo concetti importanti e rivoluzionari di cui spesso non si parla, uno fra tutti U=U, Undetectable=Untransmittable (in italiano Non rilevabile=Non trasmissibile)”

Ma in cosa consiste e a chi è rivolto il progetto? Gilea rilancia Call for Artists, una ‘chiamata alle arti’ per scovare i nuovi talenti che racconteranno l’HIV nell’edizione 2021. Il concorso è rivolto ad artisti e professionisti della creatività sotto i 40 anni di ogni nazionalità o provenienza, emergenti o affermati, studenti o autodidatti, che vivano e/o lavorino in Italia. I vincitori dovranno vantare delle competenze sufficienti per generare un’opera multimediale in autonomia (affiancati da partner artistici e tecnologici del progetto) sul tema dell’HIV “Dalla diagnosi alla cura: i 4 90 dell’HIV”.

Il premio erogato per ogni artista selezionato si compone di un premio in denaro e di una Residenza Artistica ovvero una formazione tecnica, teorica e pratica, sul linguaggio della realtà aumentata con focus in ambito artistico, nonché formazione sull’arte contemporanea e sul contesto scientifico dell’HIV. La Residenza sarà svolta in presenza o a distanza utilizzando una piattaforma digitale di comunicazione. 

A selezionare i vincitori una giuria formata da rappresentanti delle associazioni di pazienti e curatori artistici che valuteranno gli aspetti più tecnici. Tra i giurati anche Ilaria Bonacossa, Direttrice di Artissima, prima Fiera d’Arte Contemporanea in Italia. Si può presentare la propria candidatura, seguendo le istruzioni sul sito www.hivstopthevirus.it nell’apposita sezione Call for Artists, a partire dal 1° dicembre 2020 alle 12.00 del giorno 31 marzo 2021. Cristina Le Grazie, Direttore Medico di Gilead Italia, azienda impegnata da oltre 30 anni nella lotta all’Hiv, ha ricordato che “il virus si combatte anche facendo rete e una corretta informazione, oggi più che mai”.

(foto di Andrew Neel)

Parliamone...

Di Elena Mascia

Ho iniziato a scrivere da bambina, per necessità, per aprire una finestra sul mondo di qualcun altro come quelle che mi venivano aperte dai libri che leggevo, da uno in particolare che non dimenticherò: Saltafrontiera, che a soli nove anni mi aveva trasportato nella vita, nelle difficoltà, nelle tradizioni, di bambini provenienti dai più diversi paesi al mondo. Non ho mai smesso di interessarmi alle tematiche sociali, non ho mai smesso di desiderare di poter ascoltare e raccontare le storie di vita vera e vissuta, senza distinzioni. E' per questo che sono diventata giornalista pubblicista, per continuare a raccontare l'invenzione della verità, che non ha niente di sorprendente, solo rapporti di causa ed effetto tra incroci di vita, di luoghi e di persone, l'unica strada che non voglio abbandonare.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *