Il vaccino di Novavax, approvato ieri dall’Aifa, sarà disponibile in Italia “a partire da gennaio” e sarà “uno strumento ideale per i Paesi dove è difficile mantenere la catena del freddo” inoltre “è molto maneggevole, da conservare in frigo e per diversi mesi”. Lo dice intervistata sul Corriere della Sera Patrizia Popoli, presidente della commissione tecnico-scientifica dell’agenzia del farmaco Aifa, direttore del centro di ricerca e valutazione dei farmaci dell’Iss

Secondo la Popoli, Novavax “ha mostrato un’efficacia del 90% in diversi e ampi studi clinici, testato su 50 mila volontari, 30 mila dei quali hanno ricevuto il vaccino. È stato provato anche sugli anziani. L’efficacia si mantiene costante negli ultra 65enni. Nessun evento avverso preoccupante”. Riguardo alla protezione dalla variante omicron “i dati si riferiscono a una popolazione in cui questa variante non circolava. Abbiamo visto che anche con i vaccini a mRna, non provati in origine contro il nuovo ceppo, si è protetti dalla malattia grave”.

La Commissione Tecnico Scientifica (Cts) dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), nella riunione di oggi, ha approvato l’utilizzo del vaccino Nuvaxovid, rendendolo disponibile nell’intera indicazione autorizzata da Ema per i soggetti di età uguale o superiore ai 18 anni.

“Abbiamo un nuovo vaccino, Novavax. E’ un’ulteriore arma potente, con un’efficacia di oltre l’89% per proteggere dal Covid sintomatico”, ha detto Giorgio Palù, presidente dell’Agenzia italiana del farmaco Aifa.

Vaccinazione con due dosi, efficacia

La vaccinazione prevede un ciclo vaccinale primario di due dosi a distanza di tre settimane l’una dall’altra. “I dati disponibili sul vaccino Nuvaxovid – rileva la Cts – hanno mostrato una efficacia di circa il 90% nel prevenire la malattia Covid-19 sintomatica anche nella popolazione di età superiore ai 64 anni. Il profilo di sicurezza si è dimostrato positivo, con reazioni avverse prevalentemente di tipo locale. Attualmente, ha precisato nei giorni scorso l’agenzia europea per il farmaco (Ema), sono disponibili dati limitati sull’efficacia di Nuvaxovid contro altre varianti preoccupanti, inclusa Omicron.

Bugiardino, come funziona il vaccino

Il vaccino del colosso americano utilizza le proteine e quindi una tecnologia più tradizionale: per questo motivo si ritiene che possa convincere molti esitanti a vaccinarsi contro il covid. Nuvaxovid contiene una versione prodotta in laboratorio della proteina Spike che si trova sulla superficie del virus, e un ‘adiuvante’, una sostanza che aiuta a rafforzare la risposta immunitaria al vaccino.

Il sistema immunitario identifica la proteina come estranea e produce difese naturali – anticorpi e cellule T – contro di essa. Se in seguito la persona vaccinata entra in contatto con il coronavirus, il sistema immunitario riconoscerà la proteina Spike sul virus e sarà pronto ad attaccarla. Gli anticorpi e le cellule immunitarie possono proteggere da Covid lavorando insieme per uccidere il virus, impedire il suo ingresso nelle cellule e distruggere le cellule infette.

Quando arriva in Italia

Le prime dosi del vaccino anti-Covid di Novavax dovrebbero arrivare ai Paesi membri dell’Ue “nei primi mesi del 2022”, poiché le capitali ne hanno ordinate “per il primo trimestre 2022 circa 27 milioni di dosi”, ha reso noto la commissione europea. Il contratto di acquisto preliminare con Novavax è stato siglato dalla Commissione il 4 agosto 2021 e riguarda la fornitura ai Paesi membri dell’Ue di 100 milioni di dosi di vaccino, a partire dal primo trimestre del prossimo anno. Il contratto permette poi agli Stati di acquistare ulteriori 100 milioni di dosi, da consegnarsi nel corso del 2022 e del 2023. Le fiale di Novavax si aggiungono ai 2,4 miliardi di dosi acquistate o prenotate da Pfizer/BioNtech, ai 460 milioni di Moderna, 400 milioni di Astrazeneca e 400 milioni del farmaco di Janssen (Johnson & Johnson).

Effetti collaterali

Gli effetti indesiderati osservati con Nuvaxovid negli studi, spiega l’Ema, sono stati generalmente lievi o moderati e sono scomparsi entro un paio di giorni dopo la vaccinazione. I più comuni sono risultati sensibilità o dolore al sito di iniezione, stanchezza, dolori muscolari, mal di testa, sensazione generale di malessere, dolori articolari e nausea o vomito.

La sicurezza e l’efficacia del vaccino continueranno a essere monitorate man mano che verrà utilizzato in tutta l’Ue, attraverso il sistema di farmacovigilanza dell’Unione e ulteriori studi da parte dell’azienda e delle autorità europee.

fonte: AdnKronos

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Di Redazione

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