Cosa sta succedendo in Niger?

Delegazione Ecowas ha incontrato presidente Bazoum

La delegazione della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Ecowas) giunta oggi a Niamey per cercare di trovare una soluzione diplomatica alla crisi in Niger ha incontrato il deposto presidente Mohamed Bazoum, tenuto prigioniero dal golpe del 26 luglio. Lo ha riferito una fonte dell’organizzazione regionale.

Bazoum “ha il morale alto”, ha assicurato la fonte. L’incontro è stato confermato da un giornalista dell’agenzia di stampa nigerina, presente questo pomeriggio al palazzo presidenziale durante la visita della delegazione. “I capi di stato maggiore faranno altre riunioni per finalizzare le cose ma hanno l’accordo della conferenza dei capi di Stato affinché l’operazione inizi il prima possibile“, ha detto Ouattara. [Ultimo aggiornamento 20/08/2023 12.00]

Ecowas: Ok all’azione militare “il prima possibile

L’Ecowas ha dato il via libera ad un’operazione militare in Niger “il prima possibile”.

Lo ha detto il presidente della Costa d’Avorio Alassane Ouattara al termine del summit straordinario di Abuja convocato sulla crisi nel Paese governato dai golpisti.

I capi di stato maggiore faranno altre riunioni per finalizzare le cose ma hanno l’accordo della conferenza dei capi di Stato affinché l’operazione inizi il prima possibile“, ha detto Ouattara. [Ultimo aggiornamento 11/08/2023 10.00]

Chiuse tutte le frontiere

La giunta militare continua a rifiutare la negoziazione. Domani (10 agosto) ad Abuja, il vertice dei Paesi dell’Africa occidentale discuterà della crisi, dopo la scadenza dell’ultimatum ai militari golpisti, mentre la Nigeria impone nuove sanzioni. Il segretario di Stato americano Blinken ha intanto telefonato al deposto presidente nigerino Bazoum garantendogli lo sforzo degli Usa per una soluzione diplomatica della questione.

L’Ecowas attuerà “tutte le misure necessarie”

“In base alla decisione del Vertice straordinario dell’Ecowas del 30 luglio 2023, la Comunità continuerà a mettere in atto tutte le misure necessarie per ripristinare l’ordine costituzionale in Niger”.

E’ quanto si legge in un comunicato pubblicato la scorsa notte sul sito della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Ecowas) per confermare che la missione di Ecowas, Unione Africana e Onu nella Repubblica del Niger prevista ieri non si è svolta.

“La missione è stata interrotta a seguito di una comunicazione notturna da parte delle autorità militari nigerine che hanno comunicato la loro indisponibilità a ricevere la delegazione tripartita”, viene aggiunto confermando indiscrezioni circolate ieri.

“La missione prevista faceva parte dei continui sforzi per trovare una soluzione pacifica dell’attuale crisi in Niger”, aggiunge ancora il comunicato prima di evocare il ricorso a “tutte le misure” necessarie quindi, implicitamente, anche all’ “uso della forza” minacciato nel summit Ecowas del 30 luglio.

Già ieri sera il presidente della Nigeria, che presiede anche l’Ecowas, aveva avvertito che per la crisi in Niger “nessuna opzione” era stata tolta dal tavolo anche se la diplomazia rimaneva la soluzione preferita.

Per domani è indetto un nuovo summit straordinario del blocco regionale in cui “si discuterà della situazione politica e dei recenti sviluppi in Niger“.

Giunta militare Niger: “non possiamo accogliere delegazione dell’Ecowas”

La giunta militare in Niger ha annunciato di non poter accogliere una delegazione della comunità dei Paesi dell’Africa occidentale (Ecowas).

Il regime militare scaturito dal colpo di stato in Niger ha informato la Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Ecowas), la cui delegazione voleva recarsi a Niamey, che per il momento non può essere accolta per motivi di “sicurezza“.

E’ quanto si legge in una lettera del ministero degli Affari Esteri nigerino indirizzata alla rappresentanza di Ecowas a Niamey che l’Afp ha potuto visionare.

L’attuale contesto di rabbia e rivolte della popolazione a seguito delle sanzioni imposte dall’Ecowas non consente di accogliere la suddetta delegazione nella serenità e sicurezza richieste“, si precisa nella missiva.

Ue: “Pieno sostegno a decisioni Ecowas”

L’Unione europea esprime fermo sostegno alle attività dell’Ecowas e alla posizione che ha assunto. Siamo in attesa della riunione straordinaria convocata per giovedì. Pensiamo che fino a quel momento ci sia ancora spazio per la mediazione“.

Lo ha detto il portavoce per la politica estera dell’Ue, Peter Stano, rispondendo ai giornalisti sugli sviluppi del colpo di Stato in Niger.

Siamo in contatto con i Paesi membri e con l’Ecowas che è il principale attore nella regione“, ha evidenziato il portavoce, ribadendo “pieno sostegno a qualsiasi decisione sarà presa” dalla Comunità economica degli Stati dell’Africa Occidentale“.

I vescovi africani: “si evitino conflitti e spargimento di sangue

I presuli di Cerao, Cebn e Nigeria denunciano il rischio che dopo il golpe il Paese possa divenire una “seconda Libia”. Scaduto l’ultimatum ora si va verso la proroga, giovedì riunione dell’Ecowas. L’avvertimento di Burkina Faso, Mali e Guinea: un attacco sarebbe una dichiarazione di guerra per tutti noi.

La diplomazia resta il “modo preferibile” per risolvere la crisi.

La diplomazia resta il “modo preferibile” per risolvere la crisi causata dal colpo di Stato in Niger, ha detto il segretario di Stato americano Antony Blinken in un’intervista a Radio France Internationale (Rfi).

«È certo che la diplomazia è il modo preferibile per risolvere questa situazione. Questo è l’approccio della Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale (Ecowas) ed il nostro approccio. E sosteniamo gli sforzi dell’Ecowas per ripristinare l’ordine costituzionale», ha affermato Blinken.

Quello che vediamo in Niger è angosciante e non offre nulla al Paese e al popolo nigerino”, ha continuato il segretario di Stato americano ritenendo che gli Stati Uniti e altri paesi si troverebbero “in una posizione in cui devono interrompere il loro sostegno al Niger“.

Poco prima, l’alta diplomatica statunitense Victoria Nuland aveva dichiarato di aver incontrato i golpisti a Niamey. “Queste discussioni sono state estremamente franche e a volte piuttosto difficili“, ha detto.

La numero due della diplomazia statunitense ha spiegato di aver incontrato il generale di brigata Moussa Salaou Barmou, il nuovo capo di stato maggiore dell’esercito, e altri funzionari, ma non è stata in grado di incontrare né il capo dell’esercito al potere, il generale Abdourahamane Tiani, né il deposto presidente Mohamed Bazoum.

Ha detto di aver offerto “molte opzioni” per porre fine al colpo di Stato, nonché i “buoni uffici” degli Stati Uniti “se ci fosse il desiderio da parte dei funzionari di tornare all’ordine costituzionale“.

La funzionaria ha anche specificato che il generale Barmou era ben consapevole della cooperazione esistente tra il Niger e gli Stati Uniti, visto il suo passato coinvolgimento nelle forze speciali. Gli autori del golpe “comprendono molto bene i rischi per la loro sovranità rappresentati da un invito alla Wagner“, ha dichiarato la Nulan riferendosi al gruppo paramilitare russo presente in particolare nel vicino Mali.

A Niamey, nel frattempo, in un comunicato letto ieri sera alla televisione nazionale, i militari autori del golpe hanno annunciato la nomina a primo ministro di Ali Mahaman Lamine Zeine.

L’ex presidente Mamadou Tandja aveva nominato Lamine Zeine capo di gabinetto nel 2001 e poi ministro delle Finanze nel 2002, per sanare una situazione economica e finanziaria caotica.

Il tenente colonnello Habibou Assoumane” è stato inoltre “nominato comandante della guardia presidenziale“, aggiunge il comunicato dei golpisti.

Queste nomine arrivano all’indomani della scadenza dell’ultimatum lanciato dalla Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale (Ecowas) ai militari al potere.

I partner occidentali e africani del Niger sono divisi sulla questione di un intervento per restituire il potere ai civili, prima di una nuova riunione dell’Ecowas giovedì ad Abuja in Nigeria. Bazoum rimane sequestrato nella sua residenza privata dal giorno del colpo di Stato.

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