GINEVRA – L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, António Guterres ha evidenziato come il lavoro dell’UNHCR e delle altre agenzie umanitarie sia messo oggi a dura prova da una combinazione simultanea di nuovi e vecchi conflitti irrisolti.

In un discorso tenuto a Ginevra in occasione dell’apertura del meeting annuale del Comitato Esecutivo dell’UNHCR, Guterres ha affermato che l’UNHCR è di fronte ad un livello di crisi di rifugiati mai raggiunta nella sua storia recente, con nuove emergenze parallele in Siria, Mali, Sudan e Sud Sudan, e nella Repubblica Democratica del Congo.

«Già nel 2011, con il susseguirsi di una crisi dopo l’altra, più di 800mila persone avevano attraversato le frontiere dei loro paesi in cerca di rifugio,  una media di più di 2.000 rifugiati al giorno. Il numero più alto di sempre nell’ultima decade –  ha aggiunto – e quest’anno, fino ad ora, più di 700mila persone sono fuggite dalla Repubblica Democratica del Congo, dal Mali, dal Sudan e dalla Siria»

La capacità dell’UNHCR di assistere le persone costrette alla fuga nel mondo è stata “duramente messa alla prova” dal susseguirsi di queste nuove crisi, ha detto Guterres. L’Alto Commissario ha poi lodato i paesi che hanno tenuto aperte le frontiere alle persone in fuga dalla guerra e ringraziato i donatori per non aver smesso di dare il loro generoso sostegno specialmente in tempi di crisi economica globale.

Tuttavia, Guterres ha anche ricordato come i costi per aiutare gli oltre 42 milioni di persone costrette alla fuga in tutto il mondo crescano rapidamente, con situazioni di esilio protratto che non accennano a risolversi, come quelle della Somalia e dell’Afghanistan.

«Ci troviamo in un momento nel quale le richieste di assistenza aumentano, mentre i mezzi disponibili per soddisfarle sono rimasti quelli di un anno fa. Le nostre operazioni in Africa, in particolare, sono pesantemente sottofinanziate. In questo momento non c’è possibilità di rispondere a bisogni non previsti. Non abbiamo riserve disponibili. E questa situazione, in un contesto imprevedibile come quello in cui operiamo, desta enorme preoccupazione».

Guterres ha evidenziato come l’UNHCR abbia intrapreso nuovi sforzi per migliorare il proprio intervento, come tagliare gli acquisti non essenziali e stringere i controlli sul rifornimento degli stock di aiuti. Ha parlato inoltre di come l’UNHCR, i cui fondi si basano su contributi volontari, stia cercando ulteriori finanziamenti da fonti non tradizionali, incluso il settore privato.

Guterres, che è a capo dell’UNHCR dal 2005, ha ricordato che i paesi che ospitano il maggior numero di rifugiati, principalmente paesi in via di sviluppo, hanno bisogno di un sostegno continuo. Ha anche accennato all’importanza della collaborazione con gli altri attori umanitari, incluse le ONG locali in paesi e regioni con vaste popolazioni di sfollati e rifugiati.

L’Alto Commissario ha poi sottolineato come, se da un lato porre fine ai conflitti richiede una soluzione politica, dall’altro gli attori umanitari dovrebbero anche fare di più per migliorare le prospettive di pace – mettendo in atto strategie di advocacy, investendo nei mezzi di sostentamento, nell’educazione e in altre attività che rafforzino l’autonomia delle popolazioni di rifugiati.

 

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Di Redazione

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