ROMA – Si è tenuta, stamane alla Farnesina, la consueta Giornata dell’Africa. Traguardo importante questo del 2013 che coincide col cinquantesimo anno dell’Oua.
La manifestazione ricorre annualmente il 25 maggio, anniversario della fondazione dell’Organizzazione dell’Unità Africana (chiamata dal 2009 Unione Africana) fondata il 25 maggio del 1963, giorno in cui i leader di 30 dei 32 stati indipendenti del continente firmarono lo statuto ad Addis Abeba, in Etiopia.
L’evento, si è svolto alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, introdotto dal Segretario Generale della Farnesina, Ambasciatore Michele Valensise ed è stato aperto dal Ministro degli Affari Esteri Emma Bonino.
«Dal 1963 l’Africa ha fatto enormi passi in avanti – ha dichiarato nel suo discorso d’apertura il neo ministro Emma Bonino – Ma soprattutto nell’ultimo decennio l’Africa ha compiuto uno straordinario salto di qualità. Non è mai semplice individuare una data spartiacque tra la fine e l’inizio di una nuova fase storica. Ma credo di poter dire che dal 2002, da quando l’OUA si è trasformata in Unione Africana, l’Africa ha iniziato una radicale trasformazione politica, sociale ed economica».
Tra gli intervenuti alla manifestazione erano presenti l’Ambasciatore della Repubblica del Congo, Mamadou Kamara Dekamo, l’Ambasciatore della Repubblica Federale Democratica di Etiopia, Mulugeta Gessese, il Presidente del Kwame Nkrumah Pan-African Center, Samia Nkrumah e il Commissario liquidatore dell’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente (ISIAO), Ambasciatore Antonio Armellini.
«L’Italia deve cominciare a cambiare il suo approccio – ha ammonito la titolare della Farnesina – , non possiamo più continuare ad osservare l’Africa con la lente opaca degli stereotipi del passato – ed ha poi concluso con le parole di Julius Nyerere – i popoli dell’Africa e l’attuale generazione di leader politici sono chiamati a raccogliere la fiaccola della libertà ricevuta dai propri padri fondatori, ad alimentarla con entusiasmo e determinazione e a portarla avanti per il progresso del Continente e degli Africani.»
Michele Docimo