Quali sono i motivi che hanno portato alla mobilitazione il mondo della scuola?
Due su tutti: Un secco NO ai super poteri del dirigente scolastico e a modelli di gestione autoritaria della scuola che stravolgono i principi di un’autonomia fondata sulla collegialità, la cooperazione, la condivisione, il pluralismo culturale e la libertà di insegnamento.
Ma c’è anche la richiesta ad attuare da subito un piano di assunzioni che assicuri la stabilità del lavoro per tutto il personale docente e ATA impiegato da anni precariamente nel mondo della scuola; la richiesta di organici adeguati al fabbisogno, per un’offerta formativa efficace e di qualità; il rinnovo del contratto del comparto scuola scaduto da sette anni per una giusta valorizzazione dei lavoratori; Un altro NO che è gridato in piazza è quello ad incursioni per legge su materie soggette a disciplina contrattuale, come le retribuzioni e la mobilità del personale; ed infine si chiede l’avvio di una politica di forte investimento su istruzione e formazione, recuperando il gap che separa la scuola italiana dagli altri paesi europei.