yoga

E’ tra sedute di yoga e concerti che Aversa ha accolto l’estate quest’anno: il 21 giugno il polmone verde della Maddalena è diventato teatro ideale per celebrare quella che lo scorso dicembre è stata indicata dall’ONU come Giornata Mondiale dello Yoga, cadente nella stessa data della Festa Europea della Musica, di più veterana istituzione (1985).

Un’iniziativa promossa dall’associazione sportiva dilettantistica Yoga Aversa che, coinvolgendo le realtà associative ruotanti intorno all’ex manicomio civile della città normanna, ha dato vita nello spazio della Fattoria sociale “Fuori di zucca”  ad un momento di condivisione e di valorizzazione di idee e passioni, iniziato in mattinata con le lezioni dell’antichissima pratica di origine orientale nei giardini del complesso architettonico e protrattosi dal pomeriggio fino a tarda serata con convivialità e gaiezza grazie alla partecipazione dell’associazione “Aversa, città della musica”: tra gruppi di tenori e compagnie di canto popolare, si è voluta omaggiare sia la cultura musicale della città di Cimarosa e Jommelli che la tradizione folkloristica tipicamente campana della “tammurriata”.

La parola yoga deriva dalla radice indoeuropea ‘yuj’ che significa ‘unire, domare’: domare i contrasti che possono nascere tra diversità e unire le potenzialità del diverso sono gli obiettivi di questa iniziativa” in queste parole Vincenzo Oliva, fondatore dell’associazione sportiva aversana e ideatore dell’evento, ha voluto condensare il senso ed il significato profondo delle ragioni di luogo e tempo sulle quali è stata elaborata la manifestazione, e lo fatto partendo dall’etimo della parola identificante l’antica disciplina nata più di quattromila anni fa nelle remote terre indiane. “Vi è un preciso motivo nella scelta della Maddalena – ha proseguito – ed è specialmente di carattere sociale: i cittadini hanno diritto a riappropriarsi di uno spazio che è il loro e che può costituire un’isola verde di benessere anche molto più ampia dello stesso Parco Pozzi”.

Gli ultimi mesi hanno spesso visto agli onori della cronaca locale le controversie legate alla gestione di quello che fu il primo manicomio civile d’Italia e che oggi è uno delle tante vittime dell’oblio amministrativo a cui sono sottoposti in gran numero gli edifici e le aree di notabile e rinomato valore storico: in questo periodo il complesso di proprietà dell’ASL e, in piccola porzione del Comune di Aversa, è punto focale di raduni e iniziative di respiro anche politico volte alla denudazione delle sprecate possibilità di uso di un bene comune del genere. “In quello che è stato troppo a lungo luogo di morte oggi noi vogliamo costruire un centro di vita all’insegna della cooperazione: l’idea è quella di un polo di associazioni che abbia come riferimento realtà già presenti come quella della fattoria sociale e che tenda a far convergere tutte le capacità effettivamente esistenti in questo territorio verso il comune obiettivo di corretta gestione del patrimonio ambientale della Maddalena” ha poi congetturato positivamente Vincenzo, che ha voluto sottolineare a tal proposito l’esempio della realtà da lui stesso resa tale: “quello di Yoga Aversa è un progetto che va avanti fin dalla sua fondazione, nel 2013,con la quale già si dimostrò che era possibile la scoperta di nuovi stili di vita e di nuove passioni in un territorio la cui bellezza è stata per troppo tempo dimenticata, e con questo voglio lanciare anche un monito ai giovani, che quasi sempre preferiscono portare i loro cervelli altrove”.

Oltre al centro sportivo di yoga e ad “Aversa, città della musica”, anche altre note fette del terzo settore locale hanno contribuito ad arricchire la poliedricità culturale della giornata: grazie al patrocinio del centro di studi “Real Casa dei Matti” e dell’associazione culturale “Mimesis”, nel Fabbricato storico la visione di un documentario ed il successivo dibattito hanno incentivato la riflessione sulle traversie storiche della salute mentale prima e dopo la legge Basaglia. “E’ solo l’inizio -a concluso Vincenzo Oliva –   di una cooperazione di matrice socio-culturale che dovrà durare a lungo e sfocerà al più presto in altri eventi

photo credit: Etiket Comunicazione 

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Di Mariano Scuotri

16 anni, liceo classico, studente modello, più studente che modello però. A 13 anni qualcuno (e con esso la crisi) mi fece capire che la personalità non si compra. Da allora ho incominciato a cercare ciò che mi piaceva, ma non ho ancora finito: la pallavolo, il nuoto, il disegno, la musica e la letteratura sono tra le mie passioni. A 14 anni sono passato dallo scrivere sui banchi allo scrivere articoli, ed è stato più soddisfacente perché nessuno mi ha sgridato questa volta. Cerco un mondo dove soddisfare i propri interessi non sia solo il pretesto per scriverlo su fb ma significhi diventare ciò che hai sempre voluto essere.

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