Da oggi (11 febbraio) termina l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto. Ricordiamo che la mascherina è uno dei mezzi più efficaci per proteggerci dal contagio da Covid19. Portiamola sempre con noi e indossiamola in caso di assembramenti, al chiuso e dove è prevista da norme e linee guida.

In Italia il numero di vaccinati contro il covid è molto alto, «ecco perché è stato deciso di abolire l’obbligo” di indossare la mascherina all’aperto “nell’ottica di procedere verso un progressivo allentamento delle misure attuali. una prescrizione introdotta con strumenti legali. Ma non vorrei passasse il messaggio, sbagliato e pericoloso, che non sia più necessario usarle. Le precauzioni individuali devono restare ben salde. Evitare gli assembramenti, mantenere il distanziamento fisico. Questi comportamenti restano comunque preziosi per ridurre il rischio di contagio dell’infezione trasmessa per via aerea, specie quando si è a contatto con non vaccinati». Lo dice al Corriere della Sera Stefania Salmaso, dell’Associazione italiana di epidemiologia, sottolineando che «non va cancellata la nostra capacità di giudizio nel continuare a utilizzare la mascherina nelle occasioni in cui è indispensabile: sui mezzi pubblici, quando ci si avvicina a persone non immunizzate o cagionevoli di salute».

«I dati sperimentali – riferisce l’epidemiologa – dicono che il rischio di contagiarsi diminuisce con l’aumentare della distanza e dipende dalla ventilazione del luogo frequentato che favorisce la dispersione del virus. Nel periodo in cui le mascherine sono state indossate da tutti, influenza e morbillo, malattie che si trasmettono per via aerea, si sono azzerate. Difficile predire quando il Covid non sarà più una minaccia – aggiunge – Anche se stiamo osservando il calo della curva epidemica, teniamo a mente che il numero delle nuove infezioni è sempre alto, che i ricoveri sono in discesa ma sostenuti e che i morti sono ancora tanti e non sappiamo a quale livello di incidenza verrà raggiunto l’equilibrio dell’endemia».

Mascherine all’aperto e al chiuso, dove c’è obbligo e cosa cambia oggi

Mascherine all’aperto, da oggi venerdì 11 febbraio stop all’obbligo in Italia. L’ordinanza firmata dal ministro della Salute, Roberto Speranza, prevede comunque che anche in zona bianca vengano sempre portate con sé e restino obbligatorie in caso di assembramenti. Fa eccezione la Campania: l’ordinanza del governatore Vincenzo De Luca dispone il mantenimento di obbligo di mascherina all’aperto.

Nel resto di Italia, le mascherine sono obbligatorie al chiuso fino al 31 marzo e già si guarda oltre quella data. Ma alcuni esperti avvertono: è troppo presto per eliminarle con questa circolazione del virus e la variante Omicron. Ieri sono stati 75.861 i nuovi contagi da coronavirus e sono stati registrati altri 325 morti, secondo i dati e i numeri Covid – regione per regione – del bollettino della Protezione Civile e del ministero della Salute.

L’ORDINANZA – Nell’ordinanza sulle mascherine del ministro della Salute si legge che «fino al 31 marzo 2022 è fatto obbligo sull’intero territorio nazionale di indossare i dispositivi di protezione delle vie respiratorie nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private».

Il provvedimento specifica inoltre che l’obbligo «non sussiste quando, per le caratteristiche dei luoghi o per le circostanze di fatto, sia garantito in modo continuativo l’isolamento da persone non conviventi. Sono fatti salvi, in ogni caso, i protocolli e le linee guida anti-contagio previsti per le attività economiche, produttive, amministrative e sociali, nonché le linee guida per il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici o aperti al pubblico».

«Le disposizioni sull’uso dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie – prosegue il documento – sono comunque derogabili esclusivamente in applicazione di protocolli validati dal Comitato tecnico-scientifico»”. Si precisa inoltre che l’uso della mascherina «integra e non sostituisce le altre misure di protezione dal contagio».

OBBLIGO DI PORTARE MASCHERINE CON SÉ – Obbligatorio, fino al 31 marzo, portare sempre con sé la mascherina e indossarla anche all’aperto in caso di assembramento, secondo quanto prevede l’ordinanza.

«Fermo restando quanto diversamente previsto da specifiche norme di legge o da appositi protocolli sanitari o linee guida, nei luoghi all’aperto – si legge nel documento – è fatto obbligo sull’intero territorio nazionale di avere sempre con sé i dispositivi di protezione delle vie respiratorie e di indossarli laddove si configurino assembramenti o affollamenti».

NO MASCHERINE DURANTE ATTIVITÀ SPORTIVA – Durante l’attività sportiva non è obbligatorio indossare le mascherine di protezione anti-Covid, sottolinea l’ordinanza firmata dal ministro della Salute. Il provvedimento ricorda anche che «non hanno l’obbligo di indossare il dispositivo di protezione delle vie respiratorie: i bambini di età inferiore ai sei anni; le persone con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina, nonché le persone che devono comunicare con un disabile in modo da non poter fare uso del dispositivo».

Cosa dicono gli esperti

Ma cosa succederà dopo il 31 marzo? «Le mascherine al chiuso dovremo tenerle almeno fino all’estate» dice Walter Ricciardi, consigliere scientifico del ministro della Salute, ospite di ‘Tagadà‘ su La7.

«Ora le togliamo all’aperto ma con la cautela di portarle con sé e, nel momento in cui anche all’aperto ci sia un assembramento o un ravvicinamento, di indossarle. Questo – ammonisce lo scienziato – non è stato enfatizzato abbastanza. Quando uno sta da solo in mezzo alla strada, al momento con questa circolazione del virus non c’è pericolo, ma nel momento in cui c’è un assembramento sì».

«E a maggior ragione al chiuso, dove è una follia togliere le mascherine – avverte Ricciardi – perché questa variante è straordinariamente contagiosa e infettiva e, nel momento in cui c’è un soggetto suscettibile che non è vaccinato, oppure non è protetto anche se vaccinato, si prende il virus sicuramente. Quindi al chiuso non se ne parla proprio: le mascherine vanno portate ancora per un periodo di tempo».

Di “follia” parla anche Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, al Tg di Cusano Italia Tv.

«Con il fatto che si sta avvicinando la scadenza dello stato di emergenza-, il 31 marzo, – nel dibattito scientifico e politico si stanno introducendo termini che ci convincono poco. Si parla di un virus rabbonito o di fine pandemia. Sono distorsioni della realtà molto azzardate. Si parla anche di abolizione delle mascherine al chiuso, che in questo momento mi sembrerebbe una follia» dice Cartabellotta.

Commentando i dati sull’andamento di Covid-19 relativi alla settimana 2-8 febbraio, «siamo sicuramente nella fase discendente della quarta ondata”, evidenzia, con “quasi il 30% in meno di nuovi casi settimanali. Si stanno riducendo i tassi di positività, ma bisogna aggiungere che rispetto alla settimana passata è stato fatto il 16,7% di tamponi in meno. Stanno scendendo anche le curve dei ricoveri, in maniera decisa quelli della terapia intensiva. Abbiamo però circa 2.600 morti a settimana».

«Siamo in una fase che ci vede verso l’uscita da questa quarta ondata soprattutto grazie ai vaccini – rimarca Cartabellotta – nonostante l’obbligo vaccinale per gli over 50, in questa fascia d’età c’è un’ulteriore discesa del numero di persone che si vaccinano per la prima volta: abbiamo il 40% in meno rispetto alla settimana precedente e nella fascia pediatrica 5-11 solo un terzo della popolazione ha fatto la prima dose. Questi dati sono il nostro Tallone d’Achille».

fonte: AdnKronos

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Di Redazione

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