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Dossier Carta di Roma, vincono insicurezza e paura


Martedì 17 Dicembre 2019, l’Associazione Carta di Roma ha presentato presso la Camera dei Deputati il suo settimo rapporto annuale, “Notizie senza approdo”, curato dall’Osservatorio di Pavia in collaborazione con l’Osservatorio europeo sulla sicurezza.

L’Associazione Carta di Roma nasce nel dicembre 2011 con lo scopo di dare attuazione al protocollo deontologico per una informazione corretta sui temi dell’immigrazione, siglato dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti (CNOG) e dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana (FNSI) nel giugno del 2008.

carta di roma

Carta di Roma lavora per diventare un punto di riferimento stabile per giornalisti e operatori dell’informazione in primis, ma anche enti di categoria e istituzioni, associazioni e attivisti impegnati sul fronte dei diritti dei richiedenti asilo, dei rifugiati, delle minoranze e dei migranti nel mondo dell’informazione.

Il VII Rapporto della Carta di Roma si struttura in tre parti: l’analisi della carta stampata, l’analisi dei telegiornali di prima serata e l’analisi delle voci dell’immigrazione.

Primo dato evidente è che eventi e dichiarazioni che riguardano o ruotano attorno all’immigrazione e ai suoi protagonisti continuano a essere considerati dall’informazione come tema altamente notiziabile, unito però a un’assenza di correlazione tra la quantità di esposizione mediatica del fenomeno e l’incremento della percezione di insicurezza delle persone. Detto più semplicemente, una grande e continua attenzione al tema e un calo di dieci punti dell’insicurezza percepita nei confronti degli “stranieri”. Nei notiziari TV, su 304 giorni analizzati, solo 1 giorno non ha notizie di immigrazione, il 22 luglio.

L’analisi delle prime pagine dei quotidiani segnala l’aumento di visibilità di due dimensioni tematiche: la gestione dei flussi migratori (prima voce con il 51%) e la dimensione della società e della cultura (seconda voce con il 23%, 5 punti in più rispetto alle rilevazioni degli ultimi anni). Forte, invece, è la contrazione del tema dell’accoglienza che si dimezza rispetto all’anno precedente (collocandosi al quarto posto con il 9% di attenzione).

Una tendenza già emersa nel 2018, si ripresenta con vigore, la centralità della politica che occupa la scena dell’immigrazione: in oltre 1 servizio dei telegiornali su 3 è presente la voce di esponenti politici e istituzionali.

Ilvo Diamanti Docente dell’Università di Urbino, direttore scientifico di DemosΠ, sottolinea che “La ricerca di Carta di Roma, evidenzia una crescente in-dipendenza della rappresentazione, cioè, dei media. Che riprendono e rilanciano le immagini e le informazioni relative ai migranti per logiche autonome. Specifiche. Indipendenti dalla realtà. I migranti, cioè, entrano nello “spettacolo della politica”.

Fanno da contorno o da argomento per la discussione e la presenza di altri attori: gli attori politici. L’attenzione sugli sbarchi e sui flussi migratori, riflettono, dunque, logiche e, talora, interessi “politici”. Ma anche e sempre più: “mediatici”.

Perché gli sbarchi, i migranti, gli stranieri generano preoccupazione. Talora: paure. E le paure fanno spettacolo. Alzano l’audience. “A lamentarsi, semmai, oggi dovrebbero essere i migranti. Gli unici a non guadagnarci, in questo spettacolo di successo…

Sono state individuate cinque cornici principali dentro le quali sono inserite le interviste ai migranti mandate in onda dalle testate del prime time: fragilità e debolezza (connesse agli arrivi via mare e all’accoglienza); alterità e minaccia; rivendicazione; comunità integrate e razzismo. La maggior parte delle interviste è focalizzata sul tema dell’emergenza, ed è declinata secondo un frame conflittuale e emergenziale.

Paola Beretta, curatrice del dossier, ha sottolineato “In linea generale migrante è la parola più usata. Non si usa più il termine immigrato, e si contrae l’utilizzo di rifugiato e profugo che, laddove emergono, non sono mai agenti, quanto piuttosto agiti. Anche dall’uso delle parole si evidenzia la scomparsa del tema dell’accoglienza: da migrante si diventa straniero”.

Una struttura narrativa così chiusa e rigida non dà la possibilità di costruire una contro-narrazione: tutte le voci principali partecipano allo schema dominante, che narra l’immigrazione come un luogo di conflitto tra le cosiddette élite dominanti e il popolo che cerca di tutelare la propria identità.

I pochi esempi che cercano un racconto alternativo dell’immigrazione (racconti di buone pratiche di integrazione, di iniziative dal basso, tematizzazione dell’immigrazione e individuazione della complessità delle cause e degli effetti) restano del tutto marginali.

Il testo completo, corposo e zeppo di spunti di riflessione, è consultabile qui.

Giovanni D’Errico

Notizie Migranti e Carta di Roma: “amicizia storica” [leggi qui]

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