A esprimere tutta la sua preoccupazione sulla situazione dei sindaci in Turchia, è il Presidente dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa, Anders Knape, che ha parlato di un vero e proprio “indebolimento dell’autonomia locale nel Paese”.

Knape fa riferimento alla ricezione di informazioni secondo le quali, durante la pandemia dovuta al diffondersi del COVID-19, sta avvenendo “la sostituzione” dei sindaci eletti nella parte sud-est del Paese con “amministratori nominati dallo Stato”. Il numero dei sindaci eletti il 31 marzo 2019 e ancora in carica è drasticamente ridotto, mentre sale il numero delle “persone nominate dallo Stato”.

Il Presidente ha definito l’uso eccessivo di procedimenti legali contro i rappresentanti locali eletti e la loro stessa sospensione, come “un affronto a chi si candida per elezioni libere e eque”, oltre che una “grave e permanente minaccia al corretto funzionamento della democrazia locale in Turchia”.

Knape ha concluso dichiarandosi in attesa della pubblicazione avente per esito il parere legale richiesto alla Commissione di Venezia del Consiglio d’Europa e riferito ad alcune “decisioni riguardanti i candidati eletti e i sindaci, decisioni prese dopo questa votazione nel Sud-Est della Turchia”.

Il Presidente del Congresso si era già espresso con durezza a dicembre, a seguito dell’arresto del sindaco del distretto di Urla, nel distretto di Izmir, Burak Oguz, arresto disposto nonostante l’elezione avvenuta dietro manifesta espressione della volontà del popolo turco. Una sorta di ormai divenuta prassi che rischia di “minare gravemente la scelta democratica dei cittadini turchi”.

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Di Elena Mascia

Ho iniziato a scrivere da bambina, per necessità, per aprire una finestra sul mondo di qualcun altro come quelle che mi venivano aperte dai libri che leggevo, da uno in particolare che non dimenticherò: Saltafrontiera, che a soli nove anni mi aveva trasportato nella vita, nelle difficoltà, nelle tradizioni, di bambini provenienti dai più diversi paesi al mondo. Non ho mai smesso di interessarmi alle tematiche sociali, non ho mai smesso di desiderare di poter ascoltare e raccontare le storie di vita vera e vissuta, senza distinzioni. E' per questo che sono diventata giornalista pubblicista, per continuare a raccontare l'invenzione della verità, che non ha niente di sorprendente, solo rapporti di causa ed effetto tra incroci di vita, di luoghi e di persone, l'unica strada che non voglio abbandonare.

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