Sabato mattina un gruppo di rifugiati del Centro Astalli, accompagnati dagli operatori della mensa riceveranno la prima dose di vaccino contro il coronavirus in Vaticano, per volere di Papa Francesco.

P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, sottolinea che: «Si tratta di un segno importante per la vita dei rifugiati che accogliamo, tra cui tanti vulnerabili, vittime di tortura e violenza intenzionale. Un segno di vicinanza agli ultimi, a coloro che la pandemia ha reso invisibili e per questo più fragili e più esposti al rischio di ammalarsi. Quello di Papa Francesco è un gesto che riconosce nel povero, nell’emarginato, nel migrante il senso di un agire che mette al centro i più fragili perché solo così l’intera comunità diventa più forte, più solida, più al sicuro. Un dono che si riempie di significato alla vigilia della seconda Pasqua nella pandemia».

Il Centro Astalli chiede alle istituzioni italiane di moltiplicare il gesto del Pontefice e inserire nella strategia nazionale per le vaccinazioni i senza fissa dimora, i migranti che vivono in insediamenti spontanei o in edifici occupati e in centri di accoglienza di medie e grandi dimensioni.

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Di Redazione

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