PADOVA – Una manifestazione di piazza per Mattias e Marlon: la stessa piazza in cui hanno subito l’aggressione omofoba. Picchiati per un bacio gay.

Sono in tanti che hanno già aderito, e molte altre persone si stanno aggregando, alla mobilitazione lanciata a sostegno dell’appello «Noi non ci stiamo più!», che si svolgerà domani a Padova, nella centralissima piazza delle Erbe, a partire dalle 18,30.

Tra le sigle che saranno presenti Non una di meno, Arcigay, i centri sociali del nord est, Coalizione civica per Padova, Europa Verde, Potere al Popolo, vari collettivi universitari di Padova e Venezia e tante associazioni per i diritti umani.

«Da padovano sono profondamente scosso, perché Padova è una città che, in particolare negli ultimi anni, ha fatto dei diritti e dell’inclusione una bandiera – è quanto ha dichiarato l’onorevole Alessandro Zan, primo firmatario della proposta di legge contro l’omofobia che è attualmente in discussione in Parlamento -. Questo ennesimo attacco, nel cuore di una città all’avanguardia sul rispetto dei diritti, dimostra come la legge contro l’omotransfobia e la misoginia non sia davvero più rinviabile: per questo in ottobre l’approveremo alla Camera, e poi passerà al Senato, dove verrà approvata definitivamente in tempi rapidi».

«Nella speranza che vengano al più presto individuati i responsabili va ribadito che Padova è una città libera che non tollera prevaricazioni – fa sapere il sindaco di Padova Sergio Giordani Va confermato l’impegno a ogni livello per combattere ogni discriminazione e forma di violenza anche con adeguati strumenti normativi»

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Di Michele Docimo

Aversano (in prestito a Trieste), eterno indeciso: giornalista free lance, comunicatore sociale, fotoreporter, videomaker, copywriter, storyteller, formatore, speaker ed autore radiofonico. Dirige NOTIZIE MIGRANTI [www.ntoziemigranti.it] e CONTRASTOTV [www.contrastotv.it]. E’ presidente di MIGR-AZIONI APS [www.migr-azioni.info]. A sei anni ha imparato a leggere e da allora non ha più smesso. Oggi sta cercando di imparare a scrivere. È convinto che gli africani salveranno gli italiani.

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