Pedopornografia: parlano hacker che vendicano le vittime

La causa per cui si battono si chiama #OpRevengeGram e consiste nel contrasto alla pedofilia e alla pedopornografia online, in che modo? Mettendo a disposizione le proprie “competenze” di hacker al servizio della scoperta e dello smascheramento delle persone che utilizzano i social per scambiarsi foto e video che hanno per protagonisti minori di ogni … Leggi tutto

Coronavirus. E adesso? Gli scenari possibili

Sperare il meglio, ma essere pronti al peggio. Dopo l’annuncio della ‘road map‘ per la Fase2 dell’emergenza coronavirus, si può riassumere così il consiglio che arriva dal virologo Guido Silvestri, docente alla Emory University di Atlanta e co-fondatore del Patto trasversale per la scienza insieme a Roberto Burioni. Se «per il momento possiamo dire che … Leggi tutto

Coronavirus. Conte: Ecco la Fase2. Tutte le novità

Conte: Autocertificazione rimarrà obbligatoria fino a quando ci saranno limitazioni sugli spostamenti. A maggior ragione nel corso della #Fase2, che non è un “liberi tutti”, ma anzi permangono numerose restrizioni. Conte: Sul calcio, rispondo a malincuore perché sono anch’io un appassionato, ma occorre procedere coi piedi di piombo anche per la sicurezza dei calciatori. Conte: … Leggi tutto

«Non sono io», il video per un 25 aprile altro

https://youtu.be/MG1hOOCKiaM

Esce, oggi venerdì 24 aprile, “Non sono io”, un video realizzato da Cospe e dall’Associazione Carta di Roma, per la regia del giornalista Valerio Cataldi e con le musiche di Alaa Arsheed e Isaac De Martin.

Un video che, con un testo che si ispira a “Bella Ciao”, dà voce e volto agli immigrati di prima o seconda generazione che in questi giorni di emergenza continuano a lavorare in prima linea e in situazioni a rischio, negli ospedali, nei supermercati, nei campi, nelle Rsa, nelle consegne a domicilio…

Sono Henry, Lela, Ajay, Marwa, Andi, Luisa, Yvan, Yiftalem, Mercy e Ana Lou e hanno origini peruviane, indiane, cinesi, etiopi

“Non sono io” è un piccolo omaggio a loro e un inno alla libertà dai pregiudizi, alla libertà dalle discriminazioni e un inno al futuro della nostra comunità tutta che, per essere davvero libera, deve riuscire a includere tutti e tutte.

«Quest’anno non riusciremo ad essere in piazza per la festa della Liberazione – dice Anna Meli di COSPEquest’anno l’invasore ha le sembianze inconsistenti di un virus. Quest’anno ci è particolarmente chiaro che siamo tutti vulnerabili e tutti parte della stessa comunità. E che solo insieme riusciremo a superare questo periodo buio. Per questo abbiamo pensato a celebrare questa ricorrenza ricordando che tra coloro che chiamiamo oggi “eroi”, i lavoratori e le lavoratrici in prima linea, sono stati definiti “invasori” fino a non poco tempo fa. Ci auguriamo che almeno questa retorica sia spazzata via da questa emergenza che ci ha colpito».

Il paradosso è – aggiunge Valerio Cataldi, presidente dell’ Associazione Carta di Romache ci siamo accorti davvero del bisogno che abbiamo degli “stranieri”, solo quando la minaccia di una malattia sconosciuta ci ha terrorizzati, ci ha costretti a chiuderci in casa, ci ha tolto il lavoro, ha reso insicure le nostre strade. Queste voci sono una rivendicazione di esistenza di persone ignorate fino a ieri, in gran parte sfruttate ancora oggi. È proprio vero che questa crisi sta cambiando la prospettiva e che dobbiamo imparare ad essere liberi. Il 25 aprile è il giorno giusto per iniziare. Bella ciao l’inno perfetto.